Sgominata rete di spaccio nei “Palazzi” di Cinisello: 12 arresti Presi anche fornitori

Cronaca

Con 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre indagati a piede libero e una ventina di perquisizioni, i poliziotti della squadra mobile di Milano hanno smantellato ieri mattina il gruppo criminale che gestiva lo spaccio all’interno dei “Palazzi” del quartiere Sant’Eusebio di Cinisello Balsamo (Milano) e gli albanesi che li rifornivano di cocaina importandola dall’Olanda. Si tratta del seguito di due operazioni coordinate sempre dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano nel 2016 e nel 2017 che avevano decapitato gli allora vertici dell’organizzazione (prima controllata dal 30enne Luca Guerra e poi dal 37enne siciliano Giuseppe Sanfilippo) che gestivano una “piazza di spaccio” arrivata oggi ad un giro di affari di circa 350mila euro a settimana, con un guadagno netto di almeno 10mila euro al giorno. Secondo quanto emerso nell’indagine dell’Antidroga della Mobile (con l’importante contributo del commissariato di Cinisello) coordinata dal pm Adriano Scudieri della Dda della Procura milanese, il controllo dello spaccio era passato nelle mani della famiglia Russi originaria di San Severo (Foggia), del loro parente di origine calabrese Armando Veceloque Preseloque e del 49enne reggino Bruno Berlingieri detto “Brunello”. Passaggi di potere che, secondo le investigazioni, non erano stati indolore con intimidazioni, violenze, sparatorie e persino dei tentati omicidio.

I provvedimenti cautelari disposti dal gip Giulio Fanales hanno riguardato sette italiani quasi tutti imparentati tra loro e un egiziano a cui è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, e quattro albanesi: due sono stati arrestati in Albania dove erano appena rientrati (e da dove saranno quindi estradati) e altri due risultano al momento irreperibili. I primi otto (due dei quali si trovavano già reclusi) sono accusati di aver dato vita ad una struttura organizzata che si occupava dello spaccio quotidiano (dalla mattina a notte fonda) nell’agglomerato di palazzoni popolari che si snodano tra le vie Cilea, Alberto Da Giussano, Risorgimento e Giolitti (una sorta di Scampia in salsa meneghina), con tanto di “vedette” divise in più turni 24ore su 24, “assaggiatori” dello stupefacente, “confezionatori” delle dosi, spacciatori e responsabili della raccolta e della custodia del denaro. Agli albanesi che, sempre secondo l’accusa sarebbero stati capeggiati da Ermal Uruci, vengono contestati invece alcune cessioni all’ingrosso di cocaina agli italiani: ad esempio il 13 novembre 2016 la polizia aveva sequestrato ad un “loro” corriere fermato al valico del Monte Bianco un carico di 8,6 chili di cocaina. Complessivamente, nel corso delle indagini, i chili di “bamba” sequestrati sono stati dieci, mentre sette sono stati gli arresti eseguiti in flagranza. (askanews)

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