Ieri Granelli si e gonfiato il petto in Corso Buenos Aires: ci sono 5000 bici al giorno e abbiamo già fatto 1.3 km di ciclabile su 6.5 della tratta San Babila -Sesto. C’e poco da essere tronfio: non ha realizzato chissà quale grande
infrastruttura o metropolitana ma solo una corsia dipinta a pennello (male) sull’asfalto.

Aspetti a lodarsi il nostro Assessore alla Immobilità: siamo in presenza del 25% della circolazione, rispetto a prima e la ciclabile produce i suoi effetti nefasti ancora solo su un lato dei 2. Infine da sempre nelle belle giornate festive circola più gente in bici.
I problemi sono destinati ad aumentare, ma poiché l’Assessore non programma e non fa studiare i progetti nemmeno può prevedere cosa ci aspetta.
Si è realizzata in Buenos Aires una pista in totale fretta, senza alcuno studio sui flussi di traffico e sugli incroci. E come se un ingegnere costruisse un ponte senza aver analizzato prima il terreno su cui edificare i pilastri.
Così si usano soldi del contribuente per correggere in corso d’opera l’intervento. Il quale nel pezzo di Corso Venezia è stato fatto prima dell’approvazione del Decreto Rilancio e quindi non lo rispetta (ad esempio le righe dovrebbero ora essere intermittenti).
Fatte così male le ciclabili non proteggono i ciclisti dai rischi ma aumentano i pericoli. In Baires ogni giorno vi sono centinaia di conflitti per viabilità tra auto, moto e bici. Facile prevedere incidenti quando il battaglione di Polizia Locale che oggi è schierato lì sparirà.

Poiché al peggio non ce limite Granelli e pure Maran in questi giorni hanno pure speculato in maniera squallida su alcuni incidenti occorsi in Viale Monza.
La sicurezza stradale non si ottiene fissando a tavolino che tutti vadano 30 all’ora, ma mettendo pattuglie a controllare chi guida in stato di ebrezza e chi guida come un matto.
Piuttosto in Viale Monza l’ossessione di fare una ennesima ciclabile pone la Giunta a un bivio progettuale: o si fa una ciclabile sul lato destro e si cancellano migliaia di posti auto per i residenti, oggi a spina di pesce, o si fa una pista a sinistra accanto allo spartitraffico, pericolosa e fuorilegge: forse sarebbe meglio studiare un altro percorso.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.