Nelle Rsa del Milanese “non ci sono stati casi di commistioni o di inserimenti di malati Covid in strutture dove erano presenti pazienti non contagiati dal Coronavirus”. Lo ha assicurato Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Agenzia di Tutela della Salute della città metropolitana di Milano, durante la sua audizione in conference call con i consiglieri delle commissioni affari istituzionali e politiche sociali di Palazzo Marino. “In nessun caso un paziente Covid è entrato in una Rsa in ambienti dove c’erano pazienti non covid. Non è avvenuto e ed è offensivo pensare che sia avvenuto”, ha garantito Bergamaschi precisando che comunque “il canale Rsa è stato usato marginalmente nella gestione di pazienti Covid”.
Il numero dei malati per Coronavirus assistiti nelle Rsa milanesi dall’inizio dell’emergenza non supera il centinaio di persone “su un totale di 60 mila pazienti”. Del resto, ha precisato il Dg dell’Ats di Milano, “non poteva essere diversamente dato che le Rsa, prima dell’emergenza Coronavirus, avevano liste d’attesa molto consistenti e problemi per liberare i posti letto”. Bergamaschi ha ricordato che la delibera regionale dell’8 marzo scorso prevede la possibilità di accogliere malati Covid non gravi e già dimessi dagli ospedali solo da parte di quelle Rsa dotate strutture, percorsi e personale espressamente dedicato all’emergenza Coronavirus. Sottolineando che ad accogliere i malati Covid sono state “esclusivamente le Rsa che hanno voluto dare la loro disponibilità e che dovevano certficare di avere i requisiti previsti dalla delibera regionale. Ma anche una volta data la disponibilità, l’accettazione del paziente era condizionata all’adesione della stessa Rsa. Non può mai succedere che un paziente Covid venga messo in una Rsa senza che la stessa Rsa abbia condiviso l’accettazione”. (askanews)
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