Sottaciuto, si fa per dire e per il momento, il problema migranti con Salvini e annessa denuncia, rimane in primo piano la caduta del Ponte Morandi, il disagio dei genovesi, la ferita ad una città troppe volte colpita da eventi naturali. Ma il ponte è crollato per l’avidità dell’uomo, per la connivenza con la politica, per quella sete che non si estingue. Un elemento positivo è emerso dal disastro: Autostrade, con un ritardo di dieci anni, ha dato il via libera alla pubblicazione della convenzione con il Ministero dei Trasporti. Nel giro di pochi giorni sarebbe stata comunque pubblicata da Danilo Toninelli, nonostante la diffida a farlo che era arrivata proprio da parte del gruppo controllato dai Benetton. Scrive Repubblica “La decisione di Autostrade di pubblicare gli atti secretati ha rotto un silenzio decennale. La questione è stata dibattuta da anni: le concessionarie hanno sempre chiesto – e ottenuto – che non venissero resi pubblici gli accordi che riguardano gli investimenti per la ristrutturazione della rete e delle infrastrutture. Il Motivo? Sono dati sensibili, sostengono i gestori, che potrebbero favorire la concorrenza: “Per assicurare parità di condizioni sul mercato tra i vari operatori del settore, anche per il caso di nuove procedure di affidamento”, si legge nel comunicato di Autostrade. Il punto però è che non c’è mai stata nessuna gara per l’affidamento della concessione, e anche i lavori a valle vengono fatti in gran parte da società di proprietà della stessa Autostrade”
Riguardo alla manutenzione continua Repubblica “Il velo si alza dunque sulla concessione autostradale sottoscritta nel 2007, ma soprattutto sul piano finanziario aggiornato al 2013 e sull’allegato E che dettaglia la remunerazione e gli investimenti previsti dal contratto. Nel documento si stima che la spesa per la manutenzione ordinaria della rete ammonti a 290 milioni l’anno, tra il 2013 e il 2038….La gran parte dei lavori di manutenzione ordinaria annuale, 262 milioni, è realizzato “attraverso imprese esterne”, si legge negli atti pubblicati oggi, ma si tratta in gran parte di affidamenti in house, cioè a società di proprietà della stessa Autostrade come Pavimental.”
In sintesi i Benetton, con la compiacenza di Prodi, D’Alema, Del Rio, hanno guadagnato senza controlli, hanno promosso feste, si sono probabilmente applauditi per l’incastro ad arte.
Per fortuna ci sono ancora i genovesi che amano la propria città, che hanno uno sguardo di partecipazione per i meno fortunati e la politica di Toti e Bucci (Forza Italia) che costruiscono anziché parlare. Di Maio chiacchiera? In una nota Toti spiega in maniera articolata la sua posizione che ha provocato il tweet di risposta di Di Maio. “Il Ministro Luigi Di Maio sa bene che al di là delle chiacchiere quel ponte è ancora oggi nella concessione di Autostrade – scrive Toti -. Quindi è Autostrade che deve pagare la ricostruzione e presentare un piano lavori. Che poi lo possa fare Fincantieri o un’altra azienda di Stato, già abbiamo detto di essere tutti d’accordo”.
Renzo Piano, archistar genovese, risponde con un’idea. “Mi sono fatto un’idea di come deve essere il nuovo ponte, ma è soltanto l’inizio. Un progettista pensa e ragiona aiutandosi con oggetti e schizzi. Da qui a dire che c’è un’idea progettuale è eccessivo, c’è un impegno morale a fare in modo che il nuovo ponte porti con sé i tratti della genovesità, della qualità e un pò della nostra parsimonia. Dev’essere un ponte che esprima tutto questo, ci deve essere il ricordo di una tragedia e il suo elaborarsi nel tempo”.
E questo è l’elemento umano che chi ama Genova, cercava.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano