Milano 5 Maggio – Quartiere che vai, cantiere che trovi. Certo, ci sono quelli della M4 che soffocano i commercianti, quelli dei lavori stradali che mandano in tilt il traffico, ma anche quelli che sono arrivati a un punto di non ritorno. Fermi, perché le ditte a cui sono stati appaltati i lavori sono fallite, o al centro di contenziosi che ne impediscono la conclusione. Il caso più eclatante è sicuramente il maxi parcheggio di via Borgogna, nel cuore di San Babila. Le ruspe avevano iniziato a scavare a inizio 2016, (…) (…) ma a maggio erano state bloccate da un sentenza del Consiglio di Stato che accoglieva il ricorso del BrianeBany. Così, per 2 anni il cantiere è rimasto inattivo e si è trasformato in un dormitorio per i clochard. Ma a fine marzo, il Comune e la società Expo Borgogna Parking hanno finnato un accordo per riconsegnare l’area. Destino beffardo anche per il Palalido di pia77ale Stuparich. Se l’estate scorsa si era data quasi per certa la data di fine lavori a novembre e l’inaugurazione per i primi 2018, ora le cose sono cambiate. E il cantiere si è di nuovo arenato. Già, perché la Kostruttiva – il consorzio veneto che è entrato in gioco nel febbraio 2017 – un mese fa ha chiesto il concordato preventivo. Non lontano dal Palalido, in via Monte Rosa, c’è un’altra incompiuta: la “ciclabile d’oro” (5,2 milioni di euro il progetto) che dovrebbe collegare piazzale Lotto a piazza Conciliazione. Qui, dal 10 ottobre 2017, i lavori non sono avanzati di un millimetro. Il cantiere è abbandonato da più di 7 mesi, dopo che il Comune ha rescisso il contratto con Antares srl «per gravi inadempimenti contrattuali». E come dimenticare il famoso “Laboratorio di quartiere di Ponte Lambro”. Quattromila metri quadri che nel 2000 finirono al centro di un progetto di Renzo Piano per riqualificare il quartiere. I lavori, partiti nel 2011, si sono interrotti nel 2015 a causa del fallimento dell’impresa che aveva vinto l’appalto. A fine 2017 il Comune aveva rilanciato l’idea del senatore a vita, mettendosi alla ricerca di privati interessati a investire nella costruzione di «una scuola di alta formazione, un centro di ricerca, un incubatore, un coworking, un ostello, un community hub». Nulla si è mosso. Tutto fermo anche nella maxi-area di Porta Vittoria: i 150 appartamenti, i negozi e gli uffici costruiti sono ora sotto sequestro dopo il fallimento della Porta Vittoria spa di Danilo Coppola. A fine novembre, l’asta per aggiudicarsi questa grande incompiuta era andata deserta. Tomando ai parcheggi, in via Breda, da più di 5 anni c’è lo scheletro di un multipiano. Pensato per servire i pendolari della stazione di Greco Pirelli, i lavori non sono mai stati portati a termine. Se ci si sposta a sud, in via Primaticcio c’è il parcheggio “Legioni Romane”: una serie di box interrati – 6 piani per 580 posti – per cui diversi cittadini hanno versato degli anticipi senza mai entrarne in possesso. Ancora o , affianco all’area cani, lo scavo è circondato col nastro dei lavori in corso. Dal 2005, anno in cui una delle due società vincitrici dell’appalto è fallita, non è cambiato nulla. «Questi box residenziali di edilizia privata sono i resti del piano parcheggi di Albertini. Ora siamo in attesa di sapere come l’imprenditore inadempiente intenda proseguire verso una soluzione», fanno sapere dall’assessorato alla Mobilità. Non fanno eccezione i cantieri perla costruzione di edifici. Ne sanno qualcosa in piazza Ferrara, al Corvetto, dove il Politecnico è in attesa del bando del Miur per la realizzazione di uno studentato. Dopo il fallimento della ditta incaricata dei lavori, l’area di Aler era stata oggetto di occupazioni abusive. Sgomberati una prima volta, i disperati continuano ad intrufolarsi tra ponteggi e baracche. «Fino a quando l’impresa fallita non porterà via dall’area i suoi residui, non potremo sigillare il piano terra. Continuiamo a mettere recinzioni, ma senza un controllo stringente è difficile risolvere il problema», spiegano da Aler.
Massimo Sanvito (Libero)
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In Via Monte Rosa è vergognoso quello che il Comune di MIlano sta lasciando ai suoi abitanti da più di 8 mesi; non si parla di cantieri antiestetici ma di marciapiedi e ciclabili incompiuti pericolosi pieni di buche senza asfalto ed inpresentabili. Già tanti anziani e ciclisti sono caduti, aspettiamo la tragedia e poi qualcuno dovrà rendere conto a dei giudici oltre che ai cittadini.
UNA VERGOGNA PER MILANO
Scongiuriamo il demenziale progetto di ricostruire (e non solo riaprire) i navigli, a impatto pesantissimo ma sbandierato con gli slogan della mobilità sostenibile