Quella micia con tre cuccioli mi ha fatto diventare gattara.

Zampe di velluto

Era il 2010, lavoravo in zona Fiera del capoluogo lombardo.

Nel 2010 lavoravo in zona Fiera Milano e nel giardino degli uffici si era accasata una micia con i tre cuccioli…da li non ho più smesso di fare la gattara. La colonia tra indigeni e abbandonati, ha raggiunto anche 13/14 elementi che ho curato, nutrito 365 giorni l’anno. Anche quando la mia azienda ci ha dislocati  dall’altra parte della città non ho potuto  farne a meno di andarci.. Questo solo per chiarire che ognuno di questi esseri è ed è stato unico ai miei occhi ognuno di loro mi ha fatto soffrire e gioire a  seconda di cosa accadeva. Ma Tato è una storia speciale. Arrivato non si sa da dove e non si sa perché, era però chiaro che si trattava di un micio domestico (probabilmente mollato in quel posto per liberarsi del gatto ma alleggerendosi la coscienza, fingendo di non sapere che al 90 percento le colonie rifiutano le new entry). Tato ha immediatamente trasformato il quartiere nella sua casa: dal contatore  entrava nei bagni degli uffici al piano terra a prendersi le coccole. Poi si faceva il giro di tutti i box e le cantine che trovava aperte in tutta la via. A seguire giro panoramico fino al nono piano di tutti i palazzi ai quali riusciva ad accedere con pisolo sugli zerbini. Visita e sosta di ore sulla sedia del garagista. Ma sopratutto Tato aveva una grande passione per i cantieri e le attività umane. Non c’è stato un operaio dell’azienda  del  Gas o Telefonia o Elettricità o un Geometra che non mi abbia segnalato  un micio bianco che li affianca va durante gli interventi.

Addirittura dormiva in cima ai vetri sul furgone di un vetraio e stava dalla parte dell’addetto durante l’operazione di cattura dei suoi simili al fine di sterilizzarli. L’unico che non scappava era lui anzi, si accomodava in prima fila. E’ chiaro che con questa attitudine, più di una volta è sparito per diversi giorni mandandomi completamente in panico, salvo poi riapparire. L’ultima volta (maggio 2016) è stata però fatale. Tato è scomparso per 20 giorni. Ho tappezzato l’intera zona Fiera di cartelli ho tormentato tutti i portieri della zona che facessero controllare le cantine, sono passata di notte per ascoltare nel silenzio eventuali lamenti, ho mandato foto a tutte le associazioni [Amsa. ASL Sindaco)…niente. Dopo quasi un mese MondoGatto mi ha risposto di avere recuperato un gatto  bianco trovato disperato in Viale Famagosta (da zona Fiera a viale Famagosta!!!),  talmente stremato da essere saltato in braccio a una  signora dopo chissà quanti rifiuti. Sono andata per il riconoscimento senza speranza e giusto per scrupolo..e invece era Tato. Conciatissimo ma era lui! Chissà che mezzo ha preso per arrivare così lontano. Da più di un anno vive con me e altri due simili. Evito di fargli incontrare idraulici e manutentori. Ma la cosa più bella è che l’ho portato a casa il 28 maggio  che è il compleanno del  mio papà mancato tanti anni  fa e che il giardino di viale Famagosta dove è stato trovato è al civico dove abita un mio ex capo che stimo molto e che non vedo da tanto. Sono combinazioni, casualità? Mi piace credere di no. Ho tampinato anche San Francesco per farmelo ritrovare.Voglio pensare che un po’ di spiritualità ci sia in questa storia.

ALESSANDRA GRAZIOLI (Libero)

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