Milano 18 Aprile – “La politica, che il Beato Paolo VI definiva come espressione alta di carità, dovrà abbandonare formalismi e dialettiche sterili, i troppi ossessivi ricorsi alla tecnocrazia e gli appesantimenti burocratici”. E’ questo un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella domenica di Pasqua: “È necessario – ha aggiunto – che l’imprescindibile arte di governare la cosa pubblica si ponga sempre più in ascolto del popolo, della opinione pubblica in senso forte. Sono questi i luoghi da cui emergono quei segni dei tempi che permettono di edificare il nuovo stile di vita civile”.
“Il contributo di noi figli del Risorto nella società plurale – ha proseguito Scola – sia la testimonianza di una irriducibile tensione alla verità, alla solidarietà, all’ eguaglianza e alla giustizia”. “Milano, il paese e l’Europa tutta, per svolgere il loro compito nel mondo intero – ha aggiunto -, hanno bisogno di un sistema sociale radicato in un equilibrato ed inscindibile rapporto tra diritti, doveri e leggi. Esso può nascere e crescere solo se ogni cittadino ed ogni corpo sociale vivono l’impegno diretto e deciso a dare contenuto pieno alla propria partecipazione alla vita pubblica. Soprattutto non debbono sottrarsi a questo compito le istituzioni di ogni ordine e grado. Qualunque forma potranno assumere in futuro a causa dei cambiamenti in atto – ha concluso il cardinale -, il loro contributo sarà necessario per un’armoniosa vita civile”. (Ansa)
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