Milano 23 Giugno – L’evento sarà memorabile: carri, palloncini, flash mob, 100mila partecipanti e colori, tanti colori per l’orgoglio gay che sfilerà sabato, a Milano. Strabenedetto dalle istituzioni, supportato da contributi vari: un trionfo del kitch e di rivendicazioni anacronistiche, considerate l’attenzione e la tolleranza della società attuale. E l’arcobaleno invaderà strade e piazze, in un fantasmagorico gioco di canti e di gioia, perché Majorino c’è ancora e Sala vuole far diventare Milano la capitale dei matrimoni gay e Pisapia passerà le consegne sul palco al suo successore e sarà festa, grande festa.
Hanno rubato tutti i colori, in quel simbolo arcobaleno, hanno rubato la scena ai veri protagonisti della società attuale, quei poveri che non possono comprare né palloncini né i carri e non sanno che cosa è un flash mob e chiedono dignità e rispetto, nel silenzio della loro disperazione.
Eppure ieri Pisapia e oggi Sala dovrebbero inchinarsi davanti ai loro diritti, promuovere azioni di vicinanza, gridare con orgoglio che Milano deve diventare la capitale dell’equità sociale.
Dimenticavo..nella scala dei valori e dei diritti, i bisogni degli ultimi, in questa Milano capovolta, sono sempre secondi. Secondi dopo i Gay, dopo i Rom, dopo i profughi, dopo i musulmani ecc. ecc.
A quando la marcia della dignità dei poveri?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano