Non c’è un solo progetto politico legato alla comunità musulmana in fase di sviluppo in Italia. Tra le diverse iniziative, il quotidiano Il Tempo ha rivelato l’esistenza di «MuRo27», acronimo di «Musulmani per Roma 2027».
Il promotore di MuRo27 è Francesco Tieri, un ingegnere convertito all’Islam, già attivo in politica (si era candidato alle primarie del centrosinistra per il V municipio nel 2021). Il gruppo, costituitosi a Roma, è composto da «musulmani che vivono, studiano e lavorano nella capitale e che vogliono contribuire alla discussione politica in vista delle elezioni amministrative del 2027».
L’obiettivo dichiarato di MuRo27 è quello di influenzare l’agenda politica locale basandosi sui principi della religione musulmana. L’imam di Centocelle, Ben Mohamed Mohamed, non ha né confermato né smentito un suo coinvolgimento nel progetto.
Il ruolo della piazza e l’agenda politica su scala nazionale
In un contesto più ampio, si osserva l’alleanza tra l’estrema sinistra e gruppi legati alla causa palestinese. L’esperto di
terrorismo Giovanni Giacalone ha evidenziato in un rapporto del Washington Outsider Center che questo legame è di “reciproca necessità”. L’estrema sinistra sfrutta la causa palestinese per attaccare il governo di centro-destra Meloni, mentre le organizzazioni palestinesi (come i Giovani Palestinesi Italiani – Gpi, che hanno manifestato a Bologna il giorno dell’attacco del 7 ottobre) sfruttano la rete della sinistra radicale per rilanciare la loro lotta, con l’obiettivo di spingere il governo italiano a interrompere i rapporti con Israele.
In questo quadro si inserisce anche Mohammad Hannoun, considerato dagli USA un’emanazione di Hamas in Italia, apparso al fianco di sigle come l’Unione Sindacale di Base (Usb) e Potere al Popolo.
Fonti qualificate indicano che le piazze sono usate come strumento per creare dissenso e mobilitare persone, cercando cause che generino maggiore coinvolgimento. Diverse sigle della sinistra radicale starebbero tenendo riunioni per discutere «come superare a sinistra la Cgil» e su quali temi puntare, consapevoli che il segretario Maurizio Landini ha un margine d’azione limitato. Queste sigle mirano a far leva sul malcontento, soprattutto nelle zone periferiche e tra gli astenuti.
Secondo queste analisi, la “causa di Gaza” ha un forte potenziale di coinvolgimento che va oltre le affinità politiche totali, grazie alla propaganda creata attorno al conflitto. Un esempio recente è la comparsa a Roma delle bandiere del Palestine Communist Party con l’appello «Lavoratori del mondo vi dovete unire. Il partito comunista palestinese», un tentativo di unire la causa sociale a quella umanitaria in una mobilitazione anti-governativa.
Oltre a gruppi come Calp e Carc (vicini alla Russia), spiccano la Rete dei Comunisti, Osa e Cambiare Rotta (vicini al regime venezuelano di Maduro). Particolare attenzione è rivolta ai giovani, considerati più indecisi e plasmabili.
L’agenda del partito islamico su scala nazionale è in fase di definizione. Basandosi su temi come Palestina, opposizione al riarmo e salari, l’organizzazione si sta sviluppando regione per regione, partendo dalle grandi metropoli e utilizzando moschee, scuole e università come punti di aggregazione e diffusione.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845
I sinistroidi si stanno organizzando la campagna elettorale favorendo il loro nuovo elettorato di nordafricani, dimostrandogli tolleranze a 360° e permissivismo di vario tipo……