giornata di serie A

Il commento di Luciano: 11a giornata di serie A

Sport
Buongiorno e buona settimana a tutti. La domenica calcistica ha sicuramente mosso la classifica, senza terremoti ma sicuramente con risultati significativi nella zona alta. La prima delle partite in calendario allo stadio di Bergamo ha dato il via alle sorprese, almeno in parte fuori pronostico specie nel punteggio:
Atalanta-Sassuolo 0-3
Sciame sismico sulla panchina di Juric, altro crollo dei suoi nerazzurri tra le mura amiche, e apertura di una crisi che la vittoria in terra marsigliese aveva appena mascherato.E’ il secondo ko consecutivo, ma pesantissimo, per l’Atalanta in Serie A: i nerazzurri perdono contro il Sassuolo, collassando sotto i colpi di Berardi Pinamonti. Il numero 10 dei neroverdi sblocca la partita circa alla mezz’ora su rigore guadagnato dall’attaccante ex Inter, poi nella ripresa serve l’assist per lo stesso Pinamonti e firma la doppietta. La Dea rimane nella metà destra della classifica e rischia di allontanarsi ulteriormente dalla zona Europa, Juric è sulla graticola prima della sosta. Vola invece il Sassuolo, che inanella il quarto risultato utile consecutivo in trasferta e sale a quota 16 punti scavalcando proprio l’Atalanta.
Bologna-Napoli 2-0
Il secondo coniglio della giornata esce dal cilindro di Italiano, che al D’Allara manda a casa il Napoli di Conte con un successo all’inglese, che non ammette repliche.
Partita che sembra equilibrata, anche combattuta senza risparmio di energie e agonismo, i partenopei rimangono arroccati in difesa senza rischiare alcunché, e il Bologna conduce le operazioni, ma senza spaventare Milinkovic-Savic. Ma a fare la differenza ci hanno pensato i rossoblu, giocando un secondo tempo d’antologia: il credo tattico di Italiano soffoca quello di Conte e getta ombre su tutto il Napoli. Il Bologna domina per larghi tratti della sfida, in termini di intensità e di qualità globale, e la ripresa parla decisamente bolognese. Dallinga prima e Lucumi poi trafiggono V. Milinkovic-Savic.
I felsinei devono anche lottare contro la sfortuna: Skorupski lascia il terreno di gioco dopo nemmeno 10 minuti di gioco per problemi muscolari, e Jonathan Rowe ha un acciacco simile nell’ultima fase della prima frazione di gioco. L’ex Olympique Marsiglia stringe i denti sino alla pausa di metà tempo, quando entra Cambiaghi. Al posto di Skorupski invece entra Pessina, portiere giovanissimo.
In conclusione, se per il Napoli deve essere Conte a pensare qualche correttivo a compensare lo stress, lo scorso anno non patito, delle 3 partite a settimana, la realtà nelle mani di Italiano dice che i rossoblu possono ambire a qualcosa in più del 4° posto.
 
Genoa-Fiorentina 2-2
Sotto la lanterna, a Marassi, uno scontro che doveva decidere chi, tra Genoa, Fiorentina e Verona, potesse lasciare il trio di coda. Invece tutto è rimasto com’era, liguri terz’ultimi a 7 punti, veneti penultimi a 6 e i toscani tristemente fanalino di coda a 5.
Era la giornata degli esordi, De Rossi (dalla tribuna causa squalifica) e Vanoli sulla panchina della Fiorentina. La partita del Ferraris comincia a ritmi piuttosto bassi, ma l’incornata di Ostigard sulla dormita della difesa viola, sblocca il match e le emozioni. La Fiorentina ritrova un Gudmundsson ispirato e proprio con l’islandese si riporta in parità. Dopo ritmi alti, la ripresa porta a un rigore per il Genoa, concesso da un Ranieri per nulla in giornata. De Gea para e la Fiorentina riprende coraggio portandosi in vantaggio con Piccoli. L’1-2 dura poco, perché dopo tre minuti è Colombo a rimettere il match sui binari del pareggio. La parità dura poi fino al triplice fischio finale.
Roma-Udinese 2-0
Questa Roma ha intenzioni serie, e in una giornata in cui tante grandi finora sono cadute, i giallorossi non sbagliano e conquistano tre punti pesantissimi con cui, sia pure in compagnia (Inter), si garantiscono il diritto di trascorrere in testa alla classifica la sosta nazionali. In un Olimpico caldissimo, sono capitan Pellegrini Celik a confezionare il successo contro l’Udinese, in una gara caratterizzata anche dai fischi assordanti all’ex di turno Zaniolo, uscito nel finale dopo una gara senza squilli. Un primato meritato, per una squadra che al netto dei tanti problemi soprattutto in attacco mostra un’identità chiara e marcata. La Champions, con questi presupposti, è un obiettivo alla portata, e forse persino un punto di partenza per poter puntare a obiettivi persino più ambiziosi.
Inter-Lazio 2-0
L’occasione era ghiotta e l’Inter non se la lascia scappare, rifilando una secca doppietta alla Lazio, e sfiorando un bottino ancora più ricco a dimostrazione che aldilà di ogni difetto sempre curabile, la struttura della squadra rimane di primordine, e la attuale classifica è la conseguenza del livello su cui si esprime .
Dopo 127 secondi appena, e l’Inter mette già le cose in chiaro: merito di Bastoni che ruba palla ad Isaksen e serve a Lautaro la palla de vantaggio. Per il Toro argentino è il secondo gol consecutivo, dopo quello rifilato al Kairat in Champions.  Pagato lo scotto dell’avvio furioso da parte nerazzurra, la Lazio si rimette in carreggiata e torna in partita, rendendola più equilibrata. Di vere occasioni da rete in concreto se ne vedono poche, e l’episodio decisivo risulta pertanto essere quello iniziale, ma nella ripresa l’Inter trova il raddoppio. L’azione anche in questo caso nasce dalla sinistra con Dimarco, che pennella un cross perfetto per il tap-in di BonnySarri prova a rianimare i suoi attraverso i cambi, ma incassa invece il 3-0 di Zielinski, ancora un gran gol che però, per fortuna della Lazio e sfortuna dell’ex Napoli, appare viziato da un tocco furtivo di mano da parte di Dimarco in avvio, e dopo la convalida iniziale c’è la revisione VAR che porta all’annullamento della rete. Si torna sul 2-0, Lautaro esce dal campo, si rivede Thuram in campionato ma soprattutto c’è l’ovazione di San Siro per il capitano argentino. Nel finale, guizzo d’orgoglio laziale con Gila, che va vicino all’1-2: Sommer può solo guardare la palla che picchia sul montante alla sua destra, sul colpo di testa del difensore, e torna in campo. Poco dopo Pellegrini si fa ipnotizzare da Sommer, ma ormai è tardi ed è Chivu a prendersi meritatamente i tre punti: l’Inter raggiunge la Roma in vetta alla classifica.
E’ tutto per la giornata 11, ora il campionato si ferma per lasciare spazio alle qualificazioni delle nazionali ai mondiali del 2026, con l’Italia nel non facile compito di riconquistare l’accesso al torneo dopo due fallimenti consecutivi. La serie A riprende sabato 22 novembre con 4 anticipi: Cagliari-Genoa, Udinese-Bologna, Fiorentina-Juventus Napoli-Atalanta. 
Arrivederci!

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