Linate: foglio di via di un anno per Mohammad Hannoun, presidente palestinesi in Italia

Milano

Tolleranza zero nei confronti di chi istiga alla violenza. Il Questore di Milano, Bruno Megale, ha notificato un Foglio di Via Obbligatorio della durata di un anno a Mohammad Hannoun, presidente dell’associazione Palestinesi in Italia. Il provvedimento, che gli impone il divieto assoluto di mettere piede nel capoluogo lombardo, è stato notificato con rigore direttamente all’aeroporto di Linate al momento del suo atterraggio da Roma.

Hannoun era giunto a Milano per partecipare all’ennesima manifestazione pro-Gaza, ma è stato bloccato dagli agenti di Polizia che, oltre al Foglio di Via, gli hanno comunicato anche una denuncia per istigazione alla violenza, inoltrata dalla Digos alla Procura locale.

«Ha fatto bene il Ministero dell’Interno a bloccare Hannoun nell’aeroporto di Linate. Hannoun è uno dei fiancheggiatori di Hamas, un loro sostenitore antisemita. Non capisco come sia possibile che una persona così, che inneggia ad Hamas, debba girare per Milano. Né il sindaco né la giunta hanno mai speso una parola su di lui. Ringrazio la questura e la prefettura che, per fortuna, sono invece intervenuti prontamente. Ci auguriamo che alla decisione di bloccarlo in aeroporto segua quella di espellerlo dall’Italia e di non farlo mai più tornare nella nostra Nazione e a Milano». ha dichiarato il Deputato di Fratelli d’Italia,  Riccardo De Corato.

Le Gravi Dichiarazioni sui Collaborazionisti

La misura restrittiva arriva come diretta conseguenza delle gravi e sanguinose dichiarazioni rilasciate da Hannoun durante il corteo milanese del 18 ottobre scorso. Il presidente dell’associazione si era espresso in modo violento e preoccupante sulla “giustizia” della resistenza palestinese nei confronti dei presunti “collaborazionisti” con Israele.

In particolare, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva già bollato in un question time le esternazioni di Hannoun come aventi un “carattere istigatorio”, in quanto approvavano, sostanzialmente, gli abusi e i presunti “giustiziamenti” commessi da miliziani di Hamas contro altri cittadini palestinesi.

Hannoun ha difeso le sue parole affermando: “Dopo la tregua la resistenza palestinese, che ha pagato con il sangue, ha fatto giustizia, come in tutte le rivoluzioni del mondo” dei collaborazionisti, concludendo con un cinico: “Ho detto: chi la fa, l’aspetti. Tutto qua.”

Un Precedente e la Replica Politica

Non si tratta del primo ammonimento per l’attivista: Hannoun aveva già ricevuto un precedente Foglio di Via da Milano per sei mesi il 29 novembre 2024. Già in quell’occasione, il Ministro Piantedosi aveva garantito che Hannoun sarebbe stato “attentamente monitorato dalle autorità competenti le quali non mancheranno di adottare nei suoi confronti le misure di rigore previste dalla legge“. Promessa mantenuta con l’aggravamento del provvedimento a un anno.

Nonostante l’evidenza delle contestazioni legali, Hannoun ha liquidato il tutto come una persecuzione, dichiarando: “Sono stato una vittima della lobby sionista, che non fa altro che attaccare le nostre dichiarazioni, che sono dichiarazioni chiare.” Ha definito l’atto un’ “aggressione” da parte di un governo che, a suo dire, è “complice diretto del genocidio a Gaza”.

L’azione del Questore di Milano conferma la linea dura delle autorità italiane: la libertà di espressione non può tradursi in istigazione alla violenza e nell’apologia di crimini, soprattutto in un contesto internazionale già carico di tensioni. L’allontanamento di Hannoun è un segnale forte per chiunque intenda usare le piazze italiane per diffondere messaggi di odio e violenza politica.

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