Quando volete prendere in giro qualcuno senza offendere: i parulasc di nòni, le parolacce (morigerate) dei nonni. (Parte 2)

Milano Vecchia Milano

Sembrano parole vestite da carnevale, modi di dire e di apostrofare qualcuno in maniera indiretta per fare capire lo stesso il messaggio senza offendere più di tanto e magari suscitare anche una risata.

Sono motti coloriti, che in confronto a cosa si usa adesso fanno tenerezza

Vediamone altri, dopo la prima serie già uscita:

Mazapiœucc

Miserabile

Zifulott de menta

Letteralmente “fischietto di menta” (ancora ritornano le caramelle alla menta)

Tardo di comprendonio

Martùr

Ignorantotto

Andà à dà via l’orghen cünt vert l’umbrela

Andare a…. con l’ombrella aperta

Monàda

Stupidata

Al mà fà andàgiò i orghen

Mi ha fatto cadere i … gomiti

Casciàgiò tri mocòl

Dire parolacce

Penagia

Letteralmente “zangola per il burro”

Donna di malaffare – graziosa

Mènatürun

Petulante

Piangina

Lamentone

Menagramm

Menagramo, iettatore

Stemegn/a

Avaro, tirchio

Zabetta

Pettegola

Magatell

Burattino, bamboccio

Malmustùs

Maleducato

Parole colorite e pittoresche che oggi se dette farebbero sorridere, ma che a volte se proprio proprio arrabbiati scappano ancora a chi le conosce.

L’importante è cercare di tramandarle per non perderne la memoria.

 

Eleonora Prina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.