Sono passati 50 anni dalla tragedia al Circeo. 50 anni da quel 30 settembre 1975 dove in una villa a San Felice Circeo, in provincia di Latina, due ragazze Rosaria Lopez di 19 anni e Donatella Colasanti di 17 anni furono attirate con l’inganno nella Villa. La vicenda coinvolgeva tre ragazzi della “Roma bene” con simpatie neofasciste: Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira.
Il racconto dei fatti del 30 settembre 1975: la storia della tragedia al Circeo
I tre ragazzi sequestrarono, violentarono e torturarono per oltre 30 ore le due ragazze nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 dentro quella villa. Rosaria Lopez morì dalle percosse subite e dall’annegamento dentro la vasca da bagno che i tre ragazzi operarono insieme. Donatella Colasanti riuscì a salvarsi fingendosi morta.
I tre ragazzi credendo di averle uccise entrambe, caricarono i loro corpi dentro sacchi di plastica. Le chiusero dentro il bagagliaio di una Fiat 127, e partirono verso Roma con l’obiettivo di scaricarle e abbandonare i loro corpi.
Il ritrovamento di Donatella Colasanti
Qualche ora che i tre ragazzi lasciarono la macchina in un parcheggio in Viale Pola a Roma, Donatella Colasanti riesce a farsi sentire da un metronotte, grazie ai suoi lamenti e i colpi contro il bagagliaio. La polizia salvò la ragazza, e grazie alle sue strazianti testimonianze permisero l’immediato arresto di Izzo e Guido. Invece Ghira riuscì a fuggire e rimase latitante per anni, morendo in Spagna.
Il processo
Donatella Colasanti si costituì parte civile. Questo però non fu solo un procedimento giudiziario, ma un drammatico evento che avrebbe fatto da spartiacque. Per la prima volta, l’accusa di stupro fu dibattuta con forza come un crimine contro la persona e non contro la “pubblica morale”, contribuendo, anni dopo, alla riforma della legge sulla violenza sessuale.
Il Massacro del Circeo rimane una ferita aperta nella storia del Paese, simbolo della violenza di genere e della lotta per la dignità femminile.