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RSA e patologie degenerative: la Corte d’Appello di Milano ribadisce la totale copertura delle rette SSN

Attualità

Con la sentenza n. 1644 del 9 giugno 2025, la Corte d’Appello di Milano ha confermato un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato: i costi di ricovero in RSA per i pazienti affetti da patologie cronico-degenerative (come demenza o Alzheimer) devono essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La Corte ha accolto il ricorso del figlio di una paziente, dichiarando nullo l’impegno di pagamento firmato all’ingresso in RSA in quanto contrario a norme imperative (art. 1418 c.c.).

Il Fondamento Giuridico: LEA e Natura Sanitaria del Ricovero

Il principio si basa sulla disciplina dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il ricovero di anziani non autosufficienti con gravi patologie degenerative rientra nelle prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, le quali devono essere integralmente gratuite per l’assistito.

La chiave è l’inscindibile connessione tra l’assistenza socio-assistenziale e le cure mediche. Se il ricovero è funzionale all’attuazione di un Piano Terapeutico Individualizzato e i bisogni sanitari non sono gestibili a domicilio, la natura sanitaria della prestazione è considerata prevalente (o assorbente), garantendone la copertura totale da parte del SSN.

La Conferma della Cassazione per RSA e patologie degenerative

La decisione della Corte d’Appello di Milano è in linea con l’indirizzo della Corte di Cassazione, che dal 2012 è granitico e univoco:

  • Gratuità Integrale: Le prestazioni socio-assistenziali in strutture, quando inscindibilmente connesse a quelle sanitarie, comportano la gratuità totale del ricovero (Cass. n. 2038/2023).
  • Qualificazione Sanitaria: L’assistenza ai malati di Alzheimer o demenza in istituto è qualificabile come attività sanitaria, di competenza esclusiva del SSN (Cass. n. 34590/2023).
  • Nullità delle Clausole: Qualsiasi componente sanitaria rende nulle le clausole che prevedono la compartecipazione economica dei pazienti o dei familiari (Cass. n. 2216/2024).

Nel caso specifico, la Corte milanese ha riconosciuto che le condizioni cliniche della degente (grave decadimento cognitivo, pluripatologie) imponevano un trattamento terapeutico complesso che rientrava pienamente nelle prestazioni sanitarie ad elevata integrazione.

Implicazioni per i pazienti affetti da patologie degenerative e le RSA

La sentenza rafforza due principi fondamentali:

  1. Impegni di Pagamento Nulle: Gli impegni di pagamento sottoscritti da parenti in presenza di patologie degenerative sono nulli.
  2. Responsabilità Istituzionale: Le strutture gestrici devono richiedere la copertura delle rette esclusivamente alle Regioni, senza avanzare richieste economiche dirette alle famiglie.

Questa pronuncia sottolinea il diritto esigibile dei cittadini, fondato anche sugli artt. 2, 3 e 32 della Costituzione (diritto alla salute e dignità della persona). Il diritto alle cure non può essere condizionato dalla capacità di spesa della famiglia.

Urgenza di un Intervento Normativo

La Corte d’Appello evidenzia come il ricorso ai tribunali rimanga l’unica via per garantire l’applicazione di un diritto ormai riconosciuto. È urgente che il legislatore intervenga per superare la disomogeneità territoriale e le difficoltà di attuazione, in particolare:

  • Garantendo la piena applicazione dei LEA.
  • Integrando i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) con un fondo strutturale per la non autosufficienza.

  • Assicurando la presa in carico personalizzata e partecipata, come previsto dalla L. 328/2000 e rilanciato dal D.Lgs. 62/2024 sulla riforma dell’anzianità.

Solo un intervento programmatico potrà tradurre la tutela giudiziaria del singolo caso in una garanzia effettiva e generalizzata dei diritti dei non autosufficienti.

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