“Milano Murata”: il Sindaco Sala si auto-mura con “mattoni di denaro” nel nuovo murale (subito rimosso) di aleXsandro Palombo

Milano

Un’immagine potente e simbolica ha fatto la sua comparsa a Milano, scuotendo l’opinione pubblica e accendendo il dibattito sulle trasformazioni urbane. Martedì mattina, l’artista aleXsandro Palombo ha svelato la sua ultima opera, “Milano Murata“, un murale che ritraeva il sindaco Giuseppe Sala in una posa inequivocabile, destinata a far riflettere. Forse proprio per quello sono bastate poche ora perché i tecnici del Comune la facessero sparire.

Sulla facciata della Galleria d’Arte Moderna, il murale ritraeva il sindaco Giuseppe Sala in abiti da muratore, intento a sigillarsi all’interno di una finta finestra. Nella mano destra stringeva una spatola, mentre nella sinistra  un eloquente mattone verde con inciso il simbolo del dollaro, a simboleggiare i “mattoni di denaro” con cui si sta barricando. I mattoni gli arrivavano fino al petto, in un’immagine che parlava da sé.

L’opera di Palombo: un dialogo con “Il Quarto Stato”

La scelta del luogo è tutt’altro che casuale: “all’interno dello stesso museo è custodito Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, capolavoro che celebra la dignità del lavoro e la forza collettiva dei ceti popolari. Il murale si pone così in un dialogo silenzioso ma potente con quell’icona storica,” si legge in una nota a commento.

“Due immagini separate da pochi metri: da un lato un corteo che guarda avanti, dall’altro un uomo solo che si chiude. Due visioni, due epoche, due significati. Se Il Quarto Stato evocava apertura e partecipazione, ‘Milano Murata’ racconta l’isolamento di un potere che si cementifica nel proprio sistema,” continua la nota.

Il significato dietro il Sindaco “Muratore”

L’opera subito rimossa è un ritratto simbolico di “un’élite urbano-manageriale che ha ridisegnato la città seguendo logiche di verticalizzazione, rendita e cementificazione, spesso in contrasto con gli interessi dei residenti storici e delle fasce sociali più fragili. Ne risulta una città segnata da nuove disuguaglianze, polemiche e interrogativi.”

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