L’ultima supercazzola del Marchese Sal del Grillo

Milano

Una supercazzola: adesso il marchese chiama in causa la Bocconi e il Politecnico. Ma lo Stadio è un bene patrimoniale indisponibile

Fin da novembre, quando è stata resa nota la valutazione della Agenzia delle Entrate, avevamo sollevato il problema che la stima di valore di San Siro e dell’”Ambito GFU San Siro” era una supercazzola. Un regalo per gli amici dei fondi
americani: 441,43 euro al metro quadrato per il “compendio immobiliare San Siro” (chiamato così solo dal marchese, non nei documenti del Piano generale del Territorio) e 73 milioni lo stadio (ovvero sette anni di affitti incassati dal Comune).
Ma l’arrogante marchese aveva dichiarato (24 marzo 2025) – in modo sprezzante, è suo fare da “padrone della melonera”- “Si parla del prezzo a cui venderemo San Siro, ma, la valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi a un organismo dello Stato. Non so a che meglio avremmo potuto farla fare, dovevamo chiedere alla Nasa? Oggettivamente non c’è nessuno più titolato dell’Agenzia delle Entrate».
Adesso viene fuori che ha chiesto a Politecnico e Bocconi di verificare il valore dei due beni comunali. L’ennesima cialtronesca iniziativa del marchese, che comunica ai giornali, ma non ai consiglieri comunali, trattati come “anime morte” come servitù della gleba che deve alzare la manina quando e come dice lui.
Si dovrebbe anche sapere chi della Bocconi o del Politecnico (che sono meno titolati dell’agenzia delle Entrate, a detta del marchese), dovrebbe fare una valutazione su beni comunali che sono stati oggetto di delibera (18 marzo 2025) e di “avviso pubblico per manifestazioni di interesse” (25 marzo 2025): in tutti e due questi atti si scriveva: “Il valore del compendio oggetto del presente avviso, al netto di imposte, tasse, oneri notarili, è quello stimato dall’Agenzia delle Entrate con la perizia sopra richiamata.
In particolare:
Valore Ambito GFU, comprensiva del sedime dello Stadio Meazza e dell’impianto, pari a 197.000.000, 00 € , in forma arrotondata, di cui
– Valore Stadio, pari a 72.983.260,97 € – il valore si riferisce al solo manufatto in quanto  le aree di sedime sono state computate nella più ampia GFU;
– Valore complessivo aree Ambito GFU San Siro pari a 124.005.204,23 €.”

Ora, dopo tutto questo, Bocconi e Politecnico si prestano a questo, dopo una delibera e un bando? Con una alternativa secca: o confermano il prezzo o bisogna rifare tutto daccapo.
Inoltre, nella determinazione del prezzo di vendita dello Stadio, il Sindaco non ha tenuto conto dei costi per la rimozione dei manufatti (quasi 60 milioni) e delle bonifiche ambientali (stimate dai fondi americani nel 2022 in quasi 6 milioni).
Con una fretta incredibile, il Sindaco il 25 marzo ha convocato una conferenza dei servizi preliminare per il 15 aprile, ben 15 giorni prima che scadesse il bando, che prevedeva solo 25 giorni per la presentazione delle offerte di acquisto, che a termini di legge dovevano essere valutate dalla conferenza. E la conferenza, svolta in un solo giorno dalle ore 10,00 alle ore 13,00, non ha esaminato il “piano economico finanziario”1 che doveva essere – obbligatoriamente per legge – oggetto della conferenza.
Sfatando il luogo comune che la burocrazia rallenta tutto, il nostro marchese Sala del Grillo ha superato ogni forma, ogni legge per realizzare dal 11 marzo al 30 aprile tutto: delibera, bando, conferenza dei servizi, E adesso chiama in causa Bocconi e Politecnico, continuando nel suo abuso di potere per cui il Consiglio Comunale non ha mai assunto una delibera sullo stadio, sulla concessione, sulla vendita e sull”ambito San Siro.
Ma è tutto inutile, visto che lo stadio ricade già nella salvaguardia del vincolo per vetustà (da gennaio 2025).
E poi gli impianti sportivi, di proprietà comunale, appartengono al patrimonio indisponibile del comune, ai sensi dell’art. 826, ultimo comma, c.c., e rimangono tali se sussistono due requisiti: 1) l’effettiva destinazione del bene al pubblico servizio e 2) la concreta adibizione a tale uso. Ed è il caso dello Stadio Meazza in Siro. E per la cessione non servono atti ricognitivi, ma deliberazioni amministrative precise, che prevedano, motivando, la sdemanializzazione.
Così come è doveroso rimarcare che non è possibile cedere una area di 210.000 mq., il cosiddetto “ambito GFU San Siro” che si definisce per la Grande Funzione Urbana ovvero lo stadio Meazza (che occupa altri 70.000 mq.) senza una asta pubblica con l’assegnazione al miglior offerente. L’”ambito GFU San Siro” significativamente indicato dal Sindaco come “Compendio immobiliare, comprensivo dello Stadio” non può essere ricompreso in quelle aree la cui libera negoziazione è prevista dal d.lgs. 38/2021 (art. 4 comma 13) poiché non è una area del patrimonio disponibile urbanisticamente destinata alla costruzione di impianti sportivi. In primo luogo, bisogna fare una Variante del PGT e destinarla ad “attività sportiva” e poi procedere. Ma se l’area è a destinazione sportiva non può essere
destinata a hotel, centri commerciali, uffici.
Corre il marchese Sal del Grillo per fare un favore a due fondi che intanto stanno pensando di vendere le due squadre milanesi. Peraltro nel corso di questi quasi sei anni, sono già cambiate le proprietà.
Ma la domanda che si pone fin dall’inizio di questa vicenda (10 luglio 2019): perché il marchese Sala del Grillo si è intestardito su questa vicenda d’intesa con il suo amico
Scaroni? Per fare l’interesse del Comune ? Ma mi faccia il piacere ! direbbe Totò.

Luigi Corbani

Comitato SiMeazza

1 Al documento di fattibilità (presentato l’11 marzo 2025) doveva essere allegato (art 4, comma 1 del d.lgs. 38/2021” un piano economico-finanziario, che individua, tra più soluzioni, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e prestazioni da fornire da un elaborato volto ad illustrare il rispetto dei principi della sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale dell’intervento e dell’impatto sociale del medesimo e da un documento recante sintesi dei principali termini e condizioni volti a regolare i rapporti tra soggetto affidatario ed amministrazione. “

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