Guai del PD: danno da 11 milioni alla Regione Lazio, Zingaretti sotto inchiesta dalla Corte dei Conti

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L’inchiesta della Corte dei Conti per danno erariale da 11 milioni di euro riguarda il presidente del Lazio Nicola Zingaretti e il responsabile regionale della protezione civile Carmelo Tulumello. L’indagine concerne l’acquisto di 7 milioni e mezzo di mascherine da una ditta di Frascati. Contratti pagati in anticipo, ma mai rispettati. L’inchiesta dei giudici contabili viene rivelata dal quotidiano La Verità. A quanto pare era stata tenuta sotto silenzio per non interferire con la campagna elettorale, ma la comunicazione era arrivata al governatore già nel luglio scorso.
La Regione ha risposto alle deduzioni della Corte dei Conti affermando la piena regolarità delle procedure seguite, già sottoposte al vaglio dell’autorità anticorruzione ANAC. Quest’ultima aveva già archiviato le accuse in quanto l’operato dell’amministrazione sarebbe stato improntato a fronteggiare una situazione di estrema gravità: il periodo in questione era quello iniziale della pandemia, con la carenza di dispositivi di protezione per contenere il Covid. La stessa ANAC rilevò che il pagamento anticipato fosse consentito dalla disciplina emergenziale.

A seguito di ampia istruttoria, il Consiglio dell’ANAC nell’Adunanza del 9 settembre 2020 ha deliberato l’invio della nota di archiviazione perché “è emersa l’assenza di significative irregolarità nell’operato dell’amministrazione, in quanto improntato a fronteggiare criticità di estrema gravità rispetto alle quali si è data preminenza alla tutela della salute pubblica nel rispetto di una disciplina eccezionale ed in deroga che ha caratterizzato l’attività di approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e di altre forniture sanitarie destinate a contenere l’epidemia da Covid 19”.

Più in dettaglio, quanto al parziale pagamento anticipato, l’ANAC ha rilevato come esso sia “espressamente consentito dalla disciplina emergenziale sia in modalità parziale sia integralmente”.

Anche rispetto alla esecuzione l’ANAC non ha riscontrato criticità significative non ravvedendo condotte irregolari (e tantomeno illegittime) nella gestione del rapporto contrattuale e nelle azioni legali poste in essere a fronte degli inadempimenti.

E’ stato inoltre ribadito che al Presidente della Regione non è attribuita alcuna competenza nell’esercizio dell’attività negoziale e nella gestione dei rapporti contrattuali dell’Ente, trattandosi di attività che esulano dai compiti di direzione. (fonte RaiNews)

assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato (PD),

Oltre alla suddetta vicenda, il 2 settembre, “Fallito ogni tentativo per schivarla, la condanna tanto temuta dall’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato (PD), quella che sembra far svanire definitivamente il suo sogno di prendere il posto di Nicola Zingaretti alla guida della Regione Lazio, è arrivata.

La Corte dei Conti ha avallato l’ipotesi che i fondi regionali assegnati alla fondazione Italia-Amazzonia siano stati utilizzati dall’esponente dem per fare politica. D’Amato è stato così condannato a risarcire oltre 275mila euro e si trova pure il marchio dell’amministratore responsabile di danno erariale.

A primavera D’Amato aveva cercato di pagare con lo sconto e di veder esclusa la propria responsabilità nella vicenda, scaricando tutto su un coimputato. Un patteggiamento condizionato respinto dai giudici. A quel punto ha chiesto almeno di poter patteggiare, ma alla luce della precedente richiesta anche quella possibilità per lui è sfumata. Discusso il caso, l’assessore ha così trascorso l’estate in attesa della sentenza, sperando in un’assoluzione che appariva assai improbabile. Ora la condanna, con tutti i pesanti riflessi sul piano politico.

Il caso risale a sedici anni prima

Per la Procura contabile, i 275 mila euro di fondi regionali diretti all’associazione “Fondazione Italia-Amazzonia onlus”, che dovevano servire a un progetto in sostegno delle popolazioni amazzoniche, sarebbero stati utilizzati per finanziare indebitamente “l’attività politica e di propaganda elettorale” svolta dall’associazione Rosso Verde- Sinistra europea ed entrambe le associazioni avrebbero fatto riferimento a D’Amato, allora capogruppo dei Comunisti italiani alla Pisana. (fonte ROMA)

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