L’amore era il sapore della marronita

Le storie di Nene Milano

Milano 14 Febbraio – Il sapore della marronita era festa, gioia, dolcezza. Un gesto di complità, per quell’amore che stava per nascere, crescere, consolidarsi. Era il rito del San Valentino. Una piccola cosa, l’unica che potevamo fare. Si andava in una pasticceria vicino a via Dante, elegante, piena di voci e di colori. E quella marronita gigante con la panna montata, in un bicchiere gigante, era il sapore dell’intimità,  in un gioco che ci faceva sentire indivisibili. E si scioglieva con lenta euforia, mano nella mano, l’impasto dei marron glacé e cognac quasi fosse il nettare degli dei, l’utopia di un sogno che si avvera. Una marronita per dire “Ti amo – Ti amo ancora – Ti amerò sempre”. Era la rosa rossa, un regalo sorprendente, la promessa dell’eternità.

Ci eravamo conosciuti all’Università, entrambi con una borsa di studio, legati da una povertà che trasformavamo in impegno, complici e così diversi. Lui studiava Economia ed io Filosofia, sempre tesi a conseguire buoni voti per andare avanti, per raggiungere un riscatto sociale che era anche il grazie per i sacrifici delle rispettive famiglie.

Eravamo felici come tutti coloro che si amano. Quando Marco vinse una borsa di studio per una specializzazione a Londra, fui contenta perché il nostro amore era solido, senza incertezze. Ma da Londra non è più tornato. Senza spiegazioni, nel silenzio di un abbandono di cui ancora oggi mi chiedo il perché.

La pasticceria è sempre là, con i suoi colori e le sue luci. Ogni anno a San Valentino, nonostante la vita mi abbia regalato altri amori, la marronita continua ad avere il sapore dolce dell’amore. Insostituibile.

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