Legionella

San Siro: un morto e otto ricoverati per sospetto focolaio di legionella

Milano

Le autorità sanitarie di Milano hanno avviato indagini approfondite a San Siro dopo l’identificazione di un sospetto focolaio di legionella nell’area di via Rembrandt.

Ats Milano (Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana) ha confermato undici casi segnalati, sottolineando che i pazienti “presentano fattori di rischio predisponenti per l’infezione da legionella”. Purtroppo, una persona è deceduta e otto sono attualmente ricoverate in diverse strutture ospedaliere.

 Le indagini in corso per risalire alla fonte

Sono immediatamente scattate le indagini per identificare la causa del contagio. Ats sta procedendo con campionamenti nelle abitazioni dei residenti coinvolti e sta valutando altri “luoghi sensibili” del quartiere dove potrebbe essersi sviluppato il batterio. In questa fase, si attendono i risultati di laboratorio sui campioni raccolti, necessari per risalire alla fonte esatta del focolaio.

L’attività di sorveglianza epidemiologica e di completamento delle indagini ambientali prosegue senza sosta.

Cos’è la legionella e come si trasmette

L’Agenzia di Tutela della Salute ricorda che la legionella è un batterio che vive negli ambienti acquatici e può diffondersi nella rete idrica di impianti e abitazioni. Il contagio avviene esclusivamente tramite l’inalazione di minuscole gocce (aerosol) di acqua contaminata.

È fondamentale sottolineare che:

  • Non è possibile il contagio da persona a persona.

  • Non ci si contagia bevendo l’acqua.

In genere, i focolai di legionella non sono legati alla potabilità della rete idrica cittadina, ma a contaminazioni in impianti che generano aerosol, come torri di raffreddamento, condensatori evaporativi, docce, rubinetti, vasche idromassaggio o impianti di condizionamento vetusti o con scarsa manutenzione.

Sintomi e fattori di rischio

La legionellosi può manifestarsi in due forme cliniche:

  1. Febbre di Pontiac: una forma più lieve con sintomi simil-influenzali (brividi, cefalea, debolezza e febbre) che si risolve in pochi giorni.

  2. Malattia dei Legionari: la forma più grave, che si manifesta come una polmonite con un periodo di incubazione che varia da 2 a 10 giorni.

La vulnerabilità all’infezione è maggiore in presenza di fattori di rischio predisponenti, come età avanzata, patologie respiratorie pregresse o sistemi immunitari compromessi, spiegando perché i pazienti ricoverati e la vittima rientrassero in questo profilo.

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