Sala critica la Procura e chiede un “dialogo vero” dopo lo stop della Cassazione

Milano

Il sindaco Beppe Sala ha commentato la decisione della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso dei pm contro le ordinanze del Tribunale del Riesame. Tali ordinanze avevano annullato gli arresti domiciliari per il fondatore di Coima Manfredi Catella, l’architetto Alessandro Scandurra e il costruttore Andrea Bezziccheri, e le misure interdittive per l’ex assessore Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e Federico Pella.

«Adesso serve un dialogo vero con la Procura perché altrimenti Milano resta in uno stallo. Purtroppo quello che vedo è che i pm continuano ad andare avanti senza molto tener conto del fatto che il sistema giudicante non accoglie in parte significativa la loro linea e me ne dispiace».

La richiesta di dialogo e la critica alla Procura

Sala, intervenuto a Bologna per l’Assemblea Anci, ribadisce la necessità di un confronto: «Quello che serve è parlarsi. Noi abbiamo dimostrato in questi mesi di non essere sordi ai richiami, anzi abbiamo preso iniziative tali da dimostrare buona volontà e correggere alcune azioni».

Il sindaco sottolinea che l’attuale situazione sta paralizzando la città e che il muro contro muro deve finire: «In questo momento, per il bene di Milano, non possiamo continuare a un confronto tra sordi».

La Cassazione, smentendo l’orientamento dei pm, rafforza la richiesta di Sala: «Serve un dialogo vero con la Procura, io sono più che disponibile a sedermi a un tavolo per capire cosa si può fare per uscire da una questione che ha portato a uno stallo».

Le preoccupazioni per le famiglie e l’iniziativa comunale

Il sindaco evidenzia anche il dramma sociale: «Ci sta molto a cuore il destino delle famiglie» che hanno acquistato case in cui non possono entrare. «Anche e soprattutto da questo punto di vista è difficile uscirne senza un tavolo che coinvolga la Procura».

Sala ricorda come il Comune si sia già mosso per adeguarsi alle obiezioni dei pm (nuove linee di indirizzo e regole più restrittive per la Commissione Paesaggio), e cita le recenti «misure correttive per interventi oggetto di procedure penali» approvate dalla giunta per sbloccare i cantieri sotto inchiesta e sequestro. Ha menzionato Greenstone come tra i primi costruttori pronti a seguire l’iter correttivo.

Infine, ha ribadito che il “Salva Milano” è ormai “morto e defunto”, ma la necessità di una legge nazionale sull’urbanistica rimane, altrimenti «in questa situazione cadranno altre città».

Le dichiarazioni degli indagati

  • Manfredi Catella (Coima) ha comunicato agli stakeholder che la Cassazione ha «definitivamente rigettato il ricorso della Procura confermando l’infondatezza dell’impianto accusatorio». Ha evidenziato che «in 120 giorni undici giudici, oltre alla stessa Procura Generale di Stato, hanno radicato la nostra estraneità».

  • Giancarlo Tancredi (ex assessore) si è detto «contento e molto emozionato» e «pronto a tornare in Comune».

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