Il Comune di Milano ha mosso il primo passo verso la variante generale del Piano di Governo del Territorio (PGT), uno strumento cruciale per ridefinire le strategie urbanistiche della città. L’obiettivo, come espresso dalla vicesindaca Anna Scavuzzo (che detiene anche la delega alla rigenerazione urbana), è duplice: “nuove strategie per affrontare crescita e inclusione” e la necessità di “ritrovare il giusto equilibrio per garantire alla città di affrontare le trasformazioni in modo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”.
La delibera in preparazione non è solo un atto preliminare, ma interviene su specifici nodi normativi e definitori, introducendo elementi di chiarezza e rigore nel processo di trasformazione urbana:
1. Edilizia Sociale e Servizi Pubblici
Uno dei capitoli più sentiti riguarda l’abitare. Il Comune punta a una politica abitativa più mirata, concentrandosi sull’Edilizia Residenziale Sociale (ERS). La variante introdurrà una definizione univoca e stringente delle tipologie di housing sociale che potranno effettivamente rientrare in questa categoria, ponendo fine a interpretazioni troppo elastiche.
Parallelamente, si affronta la gestione dei servizi di interesse pubblico. Vengono regolamentati i processi di riorganizzazione e ricollocazione di questi servizi all’interno di edifici già esistenti, che siano essi di proprietà pubblica o privata. L’obiettivo è rendere più efficiente e flessibile la distribuzione dei servizi essenziali per i cittadini.
2. Paesaggio, Deroghe e Definizioni Geometriche
Sul fronte della tutela ambientale e paesaggistica, il Comune alza l’asticella del rigore.
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Commissione per il Paesaggio e le Deroghe: Viene sì confermata la possibilità per la Commissione di agire in deroga rispetto alle norme morfologiche del PGT, ma questa facoltà viene fortemente vincolata: le deroghe saranno ammesse solo se in perfetta coerenza con gli strumenti paesistico-ambientali già vigenti. Un chiaro segnale per evitare interventi che snaturino il contesto.
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La Definizione del “Cortile”: Per eliminare una volta per tutte le ambiguità interpretative che spesso complicano gli interventi edilizi, la variante si impegna a fornire una definizione geometrica univoca e dettagliata del concetto di “cortile”. Chiarezza normativa per accelerare i processi e ridurre i contenziosi.
3. Strumenti Attuativi e Diritti Edificatori
Infine, la delibera interviene sugli strumenti di pianificazione e gestione dei volumi edificabili:
- Trasferimento dei Diritti Edificatori sotto Scrutinio: L’operazione di trasferimento dei diritti edificatori, uno strumento potente e delicato, sarà ora soggetta a un controllo politico più stringente. Sarà permessa solo previa approvazione di una specifica delibera del Consiglio Comunale, garantendo maggiore trasparenza e indirizzo sull’uso di questi “crediti” urbani.
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Piani Attuativi Obbligatori per i Nodi Chiave: Per assicurare una progettazione più organica e di qualità, diventa sempre obbligatorio il ricorso al piano attuativo per tutte le trasformazioni che coinvolgono le piazze e i nodi di interscambio più strategici della città. In sostanza, le aree nevralgiche non potranno più essere gestite con semplici permessi a costruire, ma richiederanno una visione d’insieme più completa.
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Mah! Personalmente non sono per nulla convinto….