Nella notte tra il 5 e il 6 novembre, davanti ai numerosi cantieri di Milano, abbiamo affisso manifesti con un messaggio chiaro: siamo stati condannati per aver acquistato una casa. La nostra casa.
Ma mentre molti di questi cantieri rimangono bloccati, i giorni continuano a passare; 475 giorni in cui non è stata trovata una soluzione e non è mai arrivata una proposta concreta capace di tutelare le migliaia di famiglie milanesi coinvolte.
Nel frattempo l’inchiesta urbanistica ha inghiottito altre famiglie solo nelle ultime settimane: si sono infatti aggiunte gli oltre 150 nuclei dei progetti ‘The Syre’ e ‘The Nest’, più le 67 famiglie di via Serlio, che appena due settimane fa hanno scoperto dai giornali di non avere più la certezza della casa per la quale stanno pagando regolarmente il mutuo.
Mentre la città resta paralizzata, migliaia di famiglie rischiano di svegliarsi senza più avere nulla in mano, nemmeno i loro soldi. Questo a causa delle centinaia di esposti già depositati in procura su centinaia e centinaia di palazzi costruiti dal 2013 ad oggi.
In questa situazione paga Milano, che vede nei cantieri bloccati luoghi pensati per accogliere nuove comunità, trasformarsi in aree di degrado e pericolo per i propri quartieri.
E pagano soprattutto le oltre 4.500 famiglie già travolte dall’incertezza. Ma vorremo ricordare che non si tratta solo di numeri, ma giovani, genitori, figli, nonni, coppie. Persone. Persone che lavorano, contribuiscono alla vita della città e allo sviluppo sano della comunità. Persone che però continuano ad essere lasciate sole.
Ed è per questo che venerdì 7 novembre dalle 12:30 davanti al cantiere sotto sequestro di Scalo House, invitiamo la politica e i magistrati, impegnati nella gestione di questa crisi urbanistica, a partecipare al nostro presidio. Dove verranno raccontate le storie delle famiglie colpite. Solo ascoltando, e toccando con mano, le vite di chi vive in attesa di poter essere libero e sicuro nella propria casa, col rischio di perdere tutto, forse verrà compresa l’urgenza di trovare una soluzione. Insieme. Per il nostro bene e per quello della città.
Comitato Famiglie Sospese – Vite in Attesa
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