“IL PREZZO DELLA GUERRA”

Attualità
È stato di recente pubblicato, per i tipi di Paesi Editori, un libro di grandissima attualità storico-politica, che ha per titolo “Il prezzo della guerra”. Grazie agli autori Paolo Balduzzi dell’Università Cattolica di Milano ed Andrea Bignami responsabile della Redazione di Economia di Sky Tg 24.
Finalmente, anche in Italia, una articolata e razionale analisi della fenomenologia storico-economica della “guerra”, che conduce ad osservazioni di primario interesse sull’attuale conflitto armato nella fattispecie della guerra in Ucraina. ( … nel totale disastro esistenziale odierno dell’Unione Europea … )
Infatti, le conseguenze di tale guerra nella vita vissuta dei cittadini italiani e dell’UE sono proprio e soprattutto di natura economica e si quantificano nel carissimo prezzo che essi sono stati condotti a sostenerne: solo oneri, senza alcun diretto beneficio a livello individuale. Purtroppo!
L’assai condivisibile tesi sviluppata nel libro è quella della inutilità dannosa della scelta del ricorso alle armi per risolvere conflitti quando vanno in primis evitati, come verificatosi nel caso ucraino, ove hanno ahimè prevalso, in tal scelta, soltanto corrotti interessi di pochi a discapito dei più.
Le circostanze della politica italiana, al momento del deflagrare della crisi nelle regioni russofone in Ucraina, con il venir meno della leadership di Berlusconi e l’ansia di accreditarsi sullo scenario “atlantista” della novella Premier Meloni, hanno in realtà precipitosamente condotto il nostro Paese ad un coinvolgimento indiretto nella “guerra” in Ucraina. Laddove invece l’Italia ben avrebbe potuto autonomamente attivarsi per giocare un ruolo di primario rilievo per una preventiva soluzione, per via diplomatica, di tale conflitto entro i confini dell’Europa.
Un conflitto armato che ha considerevolmente impoverito, con un notevole aumento del costo della vita a lungo termine, i cittadini italiani. Al di là di una lettura acritica di dati statistici contingenti, L’Italia è un paese che economicamente non ha effettiva crescita ormai da troppi anni e che, mantenendo -anche se con i conti in ordine- un livello molto elevato di debito pubblico, rimane esposto ad eventuali scenari di crisi sociali.
Buona lettura quindi del libro qui in oggetto, con le riflessioni di pensiero cui induce!

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