Allarme MonteNapoleone District: La ZTL improvvisata penalizza il distretto della moda

Milano

Non una semplice ZTL, ma un cordone sanitario calato sul Quadrilatero. Mentre Palazzo Marino procede con la sua Zona a Traffico Limitato nel cuore pulsante del lusso, l’allarme lanciato da MonteNapoleone District non è la “solita paura del cambiamento”, ma un grido d’allarme supportato dai primi, drammatici numeri. È l’ennesima dimostrazione che non basta tagliare le auto per migliorare una zona: se si blocca l’accesso senza offrire alternative, si rischia il dissanguamento economico.

La ZTL “Quadrilatero della Moda”, attiva da maggio e con multe in arrivo da settembre 2025, è stata introdotta per “approfondire l’analisi dei flussi”, ma sembra stia già affondando le certezze economiche della via più importante del lusso. Non è un’operazione alla Corso Vittorio Emanuele, dove la pedonalizzazione fu un successo, perché qui il problema non è la mera presenza di auto, ma la totale assenza di accessibilità per il cliente d’alto bordo.

Come ribadisce con forza Guglielmo Miani, Presidente di MonteNapoleone District, la questione fondamentale è chiara: «Non è vietato entrare nel Quadrilatero, ma l’accesso è consentito solo se si parcheggia nelle autorimesse autorizzate. Il problema è che i parcheggi disponibili sono troppo pochi per accogliere la clientela di via MonteNapoleone e delle vie limitrofe». La ZTL, così com’è stata imposta, non fa altro che scoraggiare una clientela altospendente che, per comodità, è abituata a muoversi in auto o con servizi dedicati.

I numeri iniziano a farsi impietosi. Se da un lato l’Osservatorio digitale di Deloitte registra una riduzione del traffico del 20%, dall’altro i dati interni di MonteNapoleone District mostrano una caduta libera: calo dei fatturati degli associati in media del 20%, con picchi che arrivano al 60%. Un vero tracollo, soprattutto considerando che «da gennaio a maggio eravamo a +20%», come sottolinea Miani, prima che il provvedimento entrasse in vigore.

Definire questa ZTL un successo, solo perché le vie appaiono meno affollate, è un errore prospettico. L’associazione aveva proposto una soluzione alternativa e intelligente, una sorta di “Area D”: introdurre un pedaggio (magari 3, 5 o 7 euro) per mantenere l’accessibilità ma con un controllo sui flussi.

Invece di ascoltare chi vive il distretto, si è proceduto con una chiusura che, anziché portare beneficio, sta spingendo una clientela preziosa verso altre mete. Se è vero che il calo dei fatturati è un problema globale, è innegabile che un provvedimento così radicale e privo di alternative logistiche adeguate stia accelerando il danno a Milano. I dati non mentono: la ZTL, nella sua forma attuale, rischia di danneggiare uno dei punti nevralgici  dell’economia del lusso italiano.

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