La Struttura per la prevenzione antimafia del Ministero dell’Interno ha adottato ieri 18 provvedimenti (16 interdittive e 2 di prevenzione collaborativa) per fermare imprese che miravano a partecipare alle opere infrastrutturali per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e ai lavori di ricostruzione successivi al sisma del Centro-Italia del 2016.
Con queste misure, salgono a 40 le interdittive emesse dalla struttura nei primi dieci mesi dell’anno, un’azione che rientra nella strategia del Ministro Matteo Piantedosi per rendere più efficiente il contrasto alle infiltrazioni mafiose. Tali provvedimenti mirano a prevenire tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia legale.
Le 18 imprese bloccate, attive prevalentemente nel settore edile, avevano richiesto l’iscrizione all’Anagrafe Antimafia degli Esecutori. La loro provenienza è varia, con una forte concentrazione: nove hanno sede in provincia di Foggia, due a Catania, due a Caserta, e una ciascuna a Torino, Teramo, Modena, Lecce e Ancona. Le indagini hanno rivelato che:
- Sette imprese avevano legami con consorterie criminali pugliesi.
-
Due con sodalizi di stampo mafioso.
- Tre con organizzazioni camorristiche.
- Quattro con la ‘ndrangheta.
Sono state evidenziate “connivenze, alleanze, legami parentali e frequentazioni assidue con esponenti di clan” usate dalle organizzazioni criminali per esercitare pressione e condizionare la rete produttiva.
L’associazione Libera ha espresso soddisfazione, ringraziando le istituzioni. Ha commentato che i provvedimenti “ci preoccupano e confermano quanto fosse fondato il rischio di infiltrazioni mafiose” in settori ad alto investimento, un rischio che avevano sollevato con la campagna Open Olympics. Libera sottolinea che “la storia ci insegna che l’esecuzione di lavori così ingenti, in un lasso di tempo così breve e in un ambiente così delicato, apre le porte agli appetiti criminali”, anche da territori distanti come la criminalità foggiana. L’associazione ha ribadito che, oltre alle interdittive e all’uso dell’intelligenza artificiale, sono fondamentali “trasparenza, controlli diffusi e un monitoraggio civico costante”.
Questi blocchi si aggiungono ai recenti successi delle forze dell’ordine: solo una settimana fa, i Carabinieri avevano arrestato tre persone con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, che tentavano di infiltrarsi negli appalti olimpici. La Struttura, diretta dal prefetto Paolo Canaparo, continua così a garantire legalità e trasparenza negli appalti pubblici.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845