Un convegno a ASST Ospedale Niguarda di Milano per accendere i riflettori sulla salute mentale giovanile
Giovedì 9 ottobre 2025, presso la Sala Medicinema dell’Ospedale Niguarda di Milano si è tenuto l’evento “Adolescenza: tra emergenza, ricerca e speranza”, promosso da Fondazione Patrizio Paoletti e Fondazione Ospedale Niguarda.
L’iniziativa ha avuto luogo proprio il giorno antecedente il 10 di ottobre, data in cui ricorre annualmente la “Giornata mondiale della salute mentale”, indetta dall’OMS nel lontano 1992, quando la problematica incominciava ad essere manifesta, soprattutto tra i giovani. Da allora, i disturbi del neurosviluppo, quali ansia, depressione precoce, autolesionismo, dipendenze, tentativi di suicidio e suicidi sono cresciuti notevolmente e si sono diffusi a macchia d’olio nell’Occidente del mondo, in particolare dopo il Covid.
Il convegno nasce dalla consapevolezza della crescente emergenza legata alla salute mentale degli adolescenti e ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e la comunità scientifica su un tema sempre più urgente e trasversale. Come ha dichiarato Gianni Bernardi, Presidente della Fondazione Patrizio Paoletti, introducendo l’incontro, è necessario allacciare collaborazioni con istituzioni, enti e associazioni, da un lato scuole, università, centri educativi e dall’altro ospedali e professionisti della relazione di aiuto per contrastare il disagio giovanile e offrire supporto alle famiglie. La ricerca scientifica è fondamentale per sviluppare metodi di prevenzione efficaci per contrastare i disturbi che colpiscono i giovani, soprattutto nella preadolescenza e nell’adolescenza. Il Presidente tiene a sottolineare che questo è tanto più importante se si considera che la salute non riguarda solo il benessere del corpo, ma deve essere intesa in senso globale.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono infatti drammatici: 1 adolescente su 7 nel mondo soffre di disturbi mentali, in particolare depressione, ansia e disturbi del comportamento; il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni ed è addirittura la seconda fra i 15-19enni nei paesi dell’Unione Europea. Anche in Italia, il quadro è allarmante: il 44,9% degli adolescenti ha sperimentato almeno una volta il pensiero suicida; oltre il 50% delle patologie mentali si manifesta prima dei diciotto anni. Una condizione che, se trascurata, può estendersi all’età adulta, generando impatti devastanti sul benessere, le relazioni e l’equilibrio sociale delle nuove generazioni.
Il convegno si è aperto con la proiezione di una puntata di forte impatto della nota serie Netflix “Adolescence”, realizzata per dare voce ai giovani e raccontare le sfide che vivono ogni giorno.
Durante l’incontro è stato presentato il nuovo report curato da Fondazione Patrizio Paoletti, “Focus Adolescenza: risultati, voci e prospettive per educare alla Salute Globale. Il ruolo della resilienza e della pratica del silenzio”, che restituisce dati aggiornati, testimonianze e proposte per un’educazione più consapevole e protettiva. Lo studio si propone di contribuire a un’analisi dell’adolescenza quale fase fondamentale per lo sviluppo di competenze individuali e sociali, orientate alla promozione della salute globale. Intende inoltre supportare interventi mirati per la formazione integrale degli adolescenti. Il Report approfondisce in particolare il ruolo della resilienza come fattore protettivo e trasformativo nei processi educativi e nel potenziamento delle risorse positive individuali, e l’impatto della pratica del silenzio come strumento pedagogico capace di favorire consapevolezza, autoregolazione e benessere psicosociale.
Stefania Fregosi, Healthcare Head Ipsos Doxa ha presentato dati provenienti da due grandi ricerche condotte a livello globale: Mind Health Report, ricerca condotta da Ipsos per AXA e l’Indagine Ipsos Health Service Report, realizzata in occasione del World Mental Health Day 2025. Ne risulta che la salute mentale è la prima causa di preoccupazione a livello mondiale, mentre in Italia è al secondo posto(subito dopo il cancro), ma con un indice di preoccupazione quadruplicato rispetto al 2020. In particolare, è la prima causa di preoccupazione per la Generazione Z, che vede i principali fattori di rischio nella solitudine e nell’isolamento sociale (51% dei casi) a fianco di un uso eccessivo dei social media e degli strumenti digitali(52% dei casi).
«Vogliamo restituire speranza, strumenti e visione a una generazione che oggi ci sta chiedendo ascolto», dichiara Patrizio Paoletti, padre dell’omonima Fondazione: «La nostra ricerca ed i nostri protocolli educativi hanno evidenziato come pratiche quali la resilienza, l’ascolto profondo e il silenzio consapevole possano avere un impatto concreto nel migliorare il benessere mentale dei ragazzi. Ecco perché investiamo nell’educazione, nella scuola, nelle famiglie: luoghi chiave per crescere bene».
“L’adolescenza è una fase complessa – spiega Alberto Zoli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda di Milano e presidente della Fondazione Ospedale Niguarda – che ha visto proprio negli ultimi anni un aumento importante di casi relativi ad ansia, isolamento sociale e depressione. Il nostro Ospedale è in prima linea accanto ai ragazzi e alle loro famiglie e ha sviluppato un modello ambulatoriale di alta intensità rivolto ad adolescenti con gravi forme di disagio psicologico. Questo modello, chiamato ‘C’è da fare – Safe Teen’, è stato sviluppato dalla nostra Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e ha come obiettivo primario quello di intercettare precocemente situazioni ad alto rischio, ridurre i tempi di attesa e costruire percorsi personalizzati, arrivando a garantire la continuità assistenziale anche al termine della fase intensiva. Un modello che ha già dimostrato la sua efficacia, e che è già stato adottato anche in diverse realtà sanitarie italiane“.
La mattinata ha inoltre visto la preziosa partecipazione di una delegazione di studenti accompagnati dalla Prof.ssa Simona De Santis, Dirigente scolastica dell’Istituto Paritario San Paolo di Bergamo e dell’Euroscuola di Brescia. Lo scopo è stato quello di creare un ponte e rendere disponibili a tutti coloro che si occupano di educazione, salute e promozione sociale, le conoscenze scientifiche che possono supportare la progettazione di interventi mirati, capaci di contribuire al pieno sviluppo di fattori protettivi e di risorse positive nascoste, presenti nei giovani.
Fondazione Patrizio Paoletti ha voluto fortemente questo incontro per proporre strumenti pratici, affinché i giovani possano prefigurare il loro futuro, sviluppando le competenze emotive, cognitive, sociali perché diventino protagonisti della loro vita, con il necessario supporto degli adulti.
Per porre in dialogo generazioni diverse e varie competenze risulta indispensabile mettere in rete scuola, famiglia, istituzioni, ricerca, sanità e terzo settore. Attraverso un lavoro corale sarà possibile invertire la rotta e costruire insieme una concreta speranza ed un futuro migliore per le nuove generazioni.

Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM