Un palazzo della nobiltà milanese, una leggenda terribile nella Milano del Seicento.

Milano

Nei giorni della Fashion Week 2025 appena trascorsa, è diventato la location prestigiosa di sfilate di alta moda, richiamando i fasti dei tempi perduti.

Ma è sempre stato uno dei Palazzi più famosi e sfarzosi della Milano che fu.

Stiamo parlando di Palazzo Acerbi, al civico 3 di Porta Romana, uscendo da p.zza Missori, un edificio che, non solo si impone con la sua struttura, ma che ha anche tanto da raccontare per la sua storia.

Ludovico Acerbi

La sua costruzione risale al 1577, in piena epoca barocca, per la casata dei conti Rossi di San Secondo e Berceto.

A seguito delle alterne vicende della famiglia, venne acquistato nel 1615 dal marchese milanese Lodovico Acerbi che gli diede il nome, uomo nobile, magistrato e politico, al servizio della Spagna e senatore del Senato di Milano.

Presente una targa all’interno del palazzo che ne attesta il soggiorno e il possesso

Il marchese, che aveva precedentemente rappresentato la Corona Spagnola presso la Santa Sede Vaticana a Roma, non perse tempo e iniziò a restaurare il palazzo secondo lo stile rinascimentale lombardo.

Questo rivaleggiando in sfarzo con il palazzo dirimpettaio di proprietà della famiglia Annoni progettato da Francesco Maria Richini nel 1631.

Quello che però incuriosisce, è il soprannome di questo palazzo, che i milanesi chiamavano “cà del diaul”, casa del diavolo.

Pare infatti che lo stesso Acerbi fosse il diavolo o che almeno avesse venduto la sua anima ad esso, perché durante le pestilenze (anche quella manzoniana) non fosse toccato dal morbo, né lui né i suoi ospiti.

Anzi, il marchese scorrazzava con la sua carrozza trainata da cavalli rigorosamente neri e servitori in livrea verde, sedici staffieri e dava feste sfrenate da mille e una notte, invitava nobili e nessuno si ammalava mai.

In realtà questo è vero solo in parte. Durante la peste manzoniana l’Acerbi era già morto e il palazzo subì una ristrutturazione della facciata molti anni dopo, che gli diede un aspetto barocco e aggiunse quella famosa testa di leone che sembra un diavolaccio e che possiamo vedere anche oggi.

Tuttavia la protezione del diavolo sembrò proseguire nei secoli, perché nella facciata, a 5 metri di altezza, è incastonata una palla di bombarda austriaca risalente alle Cinque Giornate del 1848 e mai esplosa, tanto che una targa sottostante la commemora.

Nel 1822, Palazzo Acerbi venne trasformato nell’albergo Armonia, poi Hotel Reichmann dal 1832 al 1876, quando prese, per qualche decennio, il numero civico 4 secondo la nuova numerazione rossa dei civici di Milano.

Fu pesantemente danneggiato dai bombardamenti del ’43, ma anche qui il diavolo lo protesse.

Ora è proprietà privata e rimane chiuso per gran parte dell’anno, salvo eventi eccezionali come manifestazioni prestigiose, vedi la settimana della moda milanese.

Eleonora Prina

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