Milano in crisi: la sincera radiografia di Centemero nel saggio “Anche i ricchi piangono”

Milano

La lunga e paradossale vicenda dello stadio di San Siro — quattro anni di stallo decisionale che altrove vedono la costruzione di intere strutture — è l’emblema di una Milano che sembra aver smarrito la sua storica capacità di visione e determinazione.

Per capire le radici di questo rallentamento, è illuminante la lettura di “Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city” di Giulio Centemero (Baldini+Castoldi), un saggio breve e brillante con prefazione di Guido Maria Brera. L’onestà intellettuale dell’opera è chiara: Centemero, parlamentare della Lega ed esperto di economia, si astiene da un pamphlet politico, concentrandosi invece su un’analisi severa ma costruttiva dei problemi che affliggono la città.

La tesi centrale, supportata da dati, è che Milano non si è tecnicamente impoverita, ma l’aumento dei redditi nominali è insufficiente a contrastare l’esplosione delle disuguaglianze. Il sintomo più evidente è l’aumento vertiginoso del costo delle abitazioni (acquisti e affitti), accelerato dalla diffusione di Airbnb. La conseguenza è il progressivo svuotamento dei centri storici con lo spostamento dei residenti nei comuni limitrofi.

Ulteriori segnali di disagio includono:

  • La crisi delle scuole pubbliche a favore di quelle private.
  • L’esodo di giovani talenti che, formati dalle prestigiose università milanesi, scelgono di lavorare all’estero.

Centemero evidenzia un crescente scollamento tra la città e i suoi abitanti, un fatto quasi incredibile data la storica fierezza dei milanesi. Come suggerisce Brera nella prefazione, la città ha urgente bisogno di riscoprire un modello di sviluppo più umano, rimettendo le persone al centro dell’attenzione, una caratteristica che Milano sembra aver smarrito.

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