Nulla di fatto nella prima seduta
Per il voto in Consiglio comunale sulla delibera per la cessione dello stadio Meazza e delle aree limitrofe a Milan e Inter il Consiglio comunale torna a riunirsi, ad oltranza, lunedì. Dopo oltre 4 ore di dibattito, la prima convocazione, si è chiusa per la caduta del numero legale. Si va quindi in seconda convocazione dove saranno sufficienti 15 consiglieri per la validità dei lavori.
In Aula la vice sindaco Anna Scavuzzo aveva ribadito le ragioni della Giunta: “Non voglio nemmeno pensare a quello che potrebbe essere uno scenario in cui San Siro dovesse evocare soltanto i fasti del passato e nulla che ci consegni, una speranza per il futuro. Possiamo offrire a Milano un’opportunità – ha detto -. San Siro è uno dei simboli di questa città: è la Scala del calcio, calcio e musica insieme. Ci assumiamo assieme la responsabilità di decidere di un’area con grande significato ma è il dinamismo della nostra città ci chiede di trasformare le idee in progetti e a guardare il futuro con ottimismo”.
In apertura di lavori
è stata respinta una richiesta di sospensiva presentata dal centrodestra e appoggiata anche ‘dissidenti’ del centrosinistra, con la quale si intendeva far tornare il testo in commissione. Nella maggioranza sono 7 i consiglieri che hanno preannunciato voto contrario a cui si aggiunge un indeciso, Marco Fumagalli, capogruppo della lista Sala.
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Il caso della Juventus dimostra che avere uno stadio di proprietà con annesse attività commerciali non serve a rilanciare le ambizioni sportive di una squadra se non hai dietro una società forte che ripiani i debiti di bilancio.Si demolirà il Meazza per consentire a dei fondi speculativi di uscire economicamente indenni da un investimento che senza questa operazione immobiliare sarebbe fallimentare. I cocci li pagheranno ovviamente Milan e Inter e i loro prossimi proprietari che vedranno tutti gli anni il bilancio appesantito dai mutui annuali con cui si dovranno pagare il nuovo stadio e le annesse attività commericiali,le quali nel caso di alberghi e centro commerciali forniscono utili generalmente bassi essendo settori saturi dal punto di vista economico.Non mi stupirei affatto che tra qualche decennio le attività collaterali allo stadio verranno vendute perchè ritenute poco remunerative finendo per essere considerate solo come immobili da vendere per sanare i buchi di bilancio.
Lo stadio nuovo è un mero capriccio delle squadre milanesi, che non hanno nemmeno un bilancio trasparente. Non si possono paragonare queste 2 squadrette a una società forte e strutture quale è poi, ad esempio, la Juventus al di là di tutte le subdole accuse mosse da una giustizia interessata e ‘mobizzante’.
Milano e i milanesi non hanno bisogno di sacrificarsi per queste 2 società private, e tutta questa roba mossa e organizzata dal signorotto ipocrita e arrogante pseudo sindaco,,appoggiata dai certi suoi lacchè, ”…è una cagata pazzesca!”(cit.)