Storia e curiosità che hanno trasformato Milano nella capitale italiana della moda, del design e del Made in Italy
Il primo evento organizzato che potrebbe essere paragonato a una “settimana della moda” a Milano risale al 1958, con la fondazione del “Sindacato Italiano Alta Moda”. Tuttavia, la vera e propria Milano Fashion Week come la conosciamo oggi, che ha definito Milano capitale della moda, ha avuto inizio solo nel 1975. E questo in occasione della sfilata dello stilista Walter Albini, che cambiò luogo passando dal Firenze a Milano. Fino a quel momento non esisteva una vera e propria “Capitale della moda”. Erano molte le città storicamente specializzate nella filiera dei tessuti del Made in Italy: Firenze per la pelletteria, Biella per la seta e Napoli per la sartoria. Ed erano altrettanto variegate le città in cui si esponevano i capi, tra queste Firenze e Roma, oltre Milano.
The “First Italian High Fashion Show” negli anni ’50 e ‘60
Fu il primo spettacolo di alta moda italiano, e venne organizzato a Firenze dopo le sfilate parigine. I primi espositori furono Salvatore Ferragamo, Emilio Pucci, le sorelle Fontana e Valentino Garavani e Pitti Uomo. Negli anni Cinquanta e Sessanta il centro di alta sartoria diventa Roma, famosa in tutto il mondo per i film che ci venivano girati in quel periodo. Le molte star di Hollywood saranno attratte dal centro romano anche grazie al successo di registi come Federico Fellini, Roberto Rossellini e Vittorio De Sica che mettono in scena il vero Made in Italy.
La storia degli anni ’70 e il “prêt-à-porter”di Milano, nuova capitale della moda
Milano negli anni ’70 era la città italiana più industrializzata, producendo la maggior parte degli abiti su misura, il famoso “prêt-à-porter”. Nel 1962 era arrivata a Milano Vogue Italia e questo aumentò enormemente la spinta nel milanese a concentrare le aziende del settore proprio nella capitale Lombarda. Nel 1975 Walter Albini fu tra i primi stilisti a fare prêt-à-porter e a proporre una collezione completa e unica, anche con gli accessori, scarpe e borse completamente disegnati da lui. Erano prodotti da aziende che avevano sede in Lombardia. Per avere più comodità spostò quindi la sua sfilata da Firenze a Milano.
La svolta e il successo oltre oceano
La vera svolta arrivò nel marzo del 1976, quando tutti i principali stilisti italiani spostarono le loro sfilate a Milano. Molti aprirono qui le sedi delle proprie aziende, come Giorgio Armani, Krizia, Gianni Versace e Franco Moschino, e da allora Milano è considerata il polo creativo della moda italiana. Molti stilisti italiani iniziarono ad esportare i propri marchi oltre oceano e a farsi conoscere sempre di più. Elio Fiorucci attirò la sua attenzione negli Stati Uniti con i suoi jeans da donna; Valentino veste la haute couture in territorio francese; Ottavio Missoni esporta la maglieria nella “put together” fantasy. Infine, Giorgio Armani e Gianni Versace diventano esempio di eleganza, vestendo le star di Hollywood – oltre che quelle italiane – e scalando le classifiche modaiole delle eccellenze più iconiche.
Oltre alle modelle, agli stilisti, alle collezioni, ai sarti, all’editoria e ai giornalisti, ai fotografi e videomaker, troviamo una serie di addetti al settore che gravitano nell’ombra per contribuire a quell’etichetta tanto ambita, qual è il Made in Italy, che trasformano quotidianamente la moda italiana in un fenomeno mondiale.