proteste per stadio Meazza

Stadio, Pd approva cessione Meazza. Presidio in piazza scala di M5s e Verdi contrari

Milano

 Non si gioca a poker con il destino della città. Ecco perché ci muoviamo su un principio chiaro

“Riconosciamo il valore di uno stadio contemporaneo e accessibile per Milano e per le sue squadre di Serie A, a patto che lo paghino le squadre stesse e si assumano l’onere di riqualificare e rendere vivibile e pubblica l’area limitrofa, anche garantendo un progetto di qualità che rispetti tutte le condizioni imposte e che restituiscano risorse significative per la città. Così il privato concorre all’interesse collettivo dello sport, perché lo stadio svolgerà un servizio pubblico e sarà aperto a oltre 70 mila cittadine e cittadini”. Così una nota della direzione del Partito Democratico di Milano che si è espressa a larga maggioranza sulla cessione dello Stadio Meazza, votando a favore di un documento sul futuro della cessione dello stadio Meazza, dell’area circostante.

Il PD ha scelto di rivendicare un approccio chiaro, credibile e concreto: tutelare l’interesse pubblico, garantendo regia pubblica e redistribuzione delle opportunità e delle risorse.

“I soldi del bilancio comunale non possono finanziare lo stadio e il branding calcistico. I soldi dei cittadini vengano usati per i servizi pubblici e non per ristrutturare, finanziare, mantenere o garantire lo stadio di Serie A. – proseguono i dem – Abbiamo sempre avuto una linea chiara. Un unico stadio per Milan e Inter, nonostante l’iniziale volontà espressa dalle due società di avere due stadi di proprietà, in un’area infrastrutturalmente già servita.

Uno stadio unico, contemporaneo, accessibile, internazionale. Un’area che garantisca di raggiungere lo stadio con un’ampia offerta di mezzi pubblici. E proprio per questo il PD ha sempre sostenuto con forza la salvaguardia del Parco Agricolo Sud e il rifiuto di portare una struttura così impattante in zone prive di infrastrutture adeguate, unitamente al rischio di raddoppiare gli impianti e moltiplicare esponenzialmente i costi ambientali e sociali. In tutto questo serve ricordare con nettezza che tutte le alternative concrete per il mantenimento dello stadio senza costi pubblici non hanno mai avuto alcuna concretezza.

Comprendiamo questioni e rilievi che sono emersi nel corso della discussione.

Il PD si farà carico di proseguire l’interlocuzione affinché le questioni emerse dal Comitato Legalità e anche alcune note su aree di miglioramento siano prese in seria considerazione. Ribadiamo anche come l’immobilismo ad oggi si tradurrebbe nella necessità di doversi fare carico della gestione di uno stadio che invecchia, i cui costi sempre più elevati di manutenzione andrebbero a pesare sui cittadini, e di rinunciare a un’ingente quantità di risorse che potrebbero avere un impatto sociale e urbanistico fondamentale su un quartiere complesso, oltre al sostanziale via libera ad entrambe le squadre di andarsene da lì.

In questo contesto, il PD milanese non ha mai oscillato sulla questione della cessione dello stadio Meazza, ha sempre ribadito che Milano deve restare capitale del calcio internazionale, in un’area già infrastrutturata, con regole pubbliche forti e benefici redistributivi per la comunità. Allo stesso tempo, il PD rivendica il lavoro svolto negli anni dal gruppo consiliare, che ha fissato paletti rigorosi oggi parte fondante della delibera: uno stadio con capienza popolare e accessibile.

Almeno il 50% dell’area destinato a verde, con oltre 80mila mq che torneranno al Comune; vincolo di neutralità carbonica e compensazioni dentro i confini comunali; indice di edificabilità 0,35 come da PGT; no speculazioni immobiliari e nessun contributo pubblico per opere che non resteranno alla città. Serve chiarezza, per questo: per noi i soldi pubblici non possono servire a finanziare uno stadio per squadre di Serie A o per le etichette musicali più ricche. Uno stadio per Milan e Inter è ovviamente un luogo importante per la città, ma sarebbe non corretto e ingiusto far pagare il conto alle e ai milanesi. Esattamente come riteniamo assurdo caricare i destini dei milanesi di una rottura che svincolerebbe completamente le squadre da accordi solidi con il pubblico.

E infine il punto più importante

Vincolare le risorse della vendita dello stadio a piani verificabili e monitorabili, su tre assi: un grande piano per la sistemazione rapida di tutte le case popolari sfitte, in modo da procedere ad assegnazioni e mantenimento; un piano a sostegno dello sport di base e della sua accessibilità, con attenzione alla riapertura di centri balneari attualmente chiusi in città e un grande piano per riqualificare il quartiere limitrofo allo Stadio”.

 PRESIDIO IN PIAZZA SCALA DI M5S E VERDI CONTRO CESSIONE STADIO MEAZZA

Un gruppo di militanti di Movimento 5 Stelle e di Europa Verde si sono radunati in presidio fuori da Palazzo Marino, dove si stava svolgendo il Consiglio comunale, per protestare contro la delibera, in discussione in Aula, per la cessione dell’area di San Siro ai club Milan e Inter.

“Chiediamo uno stop, un ‘fermatevi’ ai consiglieri e di salvare lo stadio Meazza”, ha spiegato la consigliera regionale di M5S Paola Pizzighini. “Il nuovo stadio di Inter e Milano non può diventare il pretesto per un’operazione immobiliare di vasta scala che travolgerebbe il quartiere di San Siro e i suoi cittadini. Il Meazza è un’icona che può essere ristrutturata senza compromettere l’attività sportiva e con costi sostenibili, come dimostrare diversi studi tecnici e come è avvenuto per esempio a Parigi e Madrid. La scelta di abbatterlo per costruire un nuovo impianto accanto è detta soltanto dalla logica del profitto dei fondi di investimento proprietari delle squadre, non dall’interesse della città il suolo, l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini”, ha poi concluso la consigliera.

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