Il cedimento dell’insegna ‘Generali’ sulla sommità della Torre Hadid nel quartiere di CityLife. Era avvenuto lo scorso 30 giugno e ha portato la Procura di Milano ad aprire un’inchiesta.
Sono dieci le persone indagate con l’accusa di crollo colposo. Si tratta di progettisti, responsabili e rappresentanti delle società coinvolte a vario titolo nell’installazione e nella manutenzione della struttura. L’episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle grandi installazioni urbane. Le pubbliche ministere Francesca Celle e Maura Ripamonti sono titolari dell’indagine. Fanno luce sulle responsabilità che hanno portato al distacco di una parte dell’insegna. A pochi giorni dall’incidente, la Procura aveva già dato il via libera per lo smontaggio sia dell’insegna danneggiata che di quella identica posta sull’altra facciata della torre, per prevenire ulteriori rischi.
Le indagini si concentrano sulla ricostruzione di tutte le fasi del progetto: dalla sua ideazione, alla realizzazione, fino ai successivi interventi di manutenzione.
Sono stati acquisiti tutti i documenti relativi ai lavori per capire chi ha eseguito la progettazione strutturale, chi ha realizzato materialmente la struttura e quali aziende si sono occupate della manutenzione ordinaria e straordinaria. Gli inquirenti vogliono determinare se ci siano state negligenze o errori che possano aver compromesso la stabilità dell’insegna. Nei prossimi giorni, partiranno gli accertamenti tecnici dei consulenti della Procura, un passaggio cruciale per stabilire le cause esatte del crollo e identificare le precise responsabilità. L’obiettivo è chiarire se il cedimento sia stato causato da un difetto strutturale, da una cattiva installazione o da una manutenzione inadeguata.
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