Nel 2023, la spesa delle famiglie italiane è stata trainata ancora una volta dal Nord-Ovest, che da solo ha generato quasi un terzo dei consumi totali. La Lombardia si conferma la locomotiva economica, contribuendo al 20% della spesa nazionale.
Milano si afferma come la capitale dei consumi con una spesa pro capite di quasi 31.000 euro, un dato mai raggiunto prima. Per dare un’idea del divario, Roma (seconda in classifica) si ferma a 23.500 euro, mentre Torino completa il podio con 23.124 euro.
Il divario si fa più netto: Nord contro Sud
Secondo uno studio del Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere, il Nord-Ovest è il vero motore dei consumi, dove le famiglie investono di più in beni non alimentari, come servizi, cultura e tempo libero. Questo riflette un reddito disponibile più alto e una maggiore capacità di spesa.
Al contrario, il Sud Italia mostra un andamento differente. Qui, i consumi alimentari hanno registrato la crescita maggiore, arrivando a superare il 21% della spesa totale in 26 province su 38. Come spiega Gaetano Fausto Esposito, direttore del Centro Studi Tagliacarne, questo dato “segnala una doppia vulnerabilità”: i redditi inferiori e una maggiore esposizione all’inflazione.
L’aumento della spesa per beni di prima necessità ha ridotto i margini per gli acquisti discrezionali, penalizzando settori come l’arredamento o l’elettronica. Al Nord, e in particolare a Milano, i flussi di spesa continuano invece a sostenere sia il commercio locale che i brand internazionali e del lusso.
In sintesi, il divario tra Nord e Sud si consolida: se al Nord la spesa spinge la crescita, al Sud l’aumento nominale dei consumi rischia di mascherare un impoverimento strutturale.
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