“Lo sgombero del Leoncavallo è senza dubbio un messaggio di equità sociale. Già nella mia campagna elettorale del 2021 avevo posto il tema con chiarezza.
Nessuno nega il diritto all’esistenza di un centro sociale, ma perché possa davvero definirsi tale deve rispettare le regole come tutti gli altri soggetti, partecipando a un regolare bando, contribuendo alle spese e pagando le utenze. Altrimenti non parliamo di socialità, ma di illegalità. Oggi si ristabilisce un principio fondamentale: i diritti vanno di pari passo con i doveri, e il termine ‘sociale’ deve essere abbinato al concetto di rispetto. Non basta fare concerti, incontri tematici o qualsiasi altra meritevole attività per darsi un’immagine culturale e sentirsi esenti da ogni dovere”. Lo ha affermato Luca Bernardo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale.
“Encomiabile e finemente chirurgica l’operazione di sgombero effettuata stamattina nei confronti del centro sociale Leoncavallo, emblema dell’illegalità da oltre trent’anni.
Bene ha fatto la Prefettura a tenere all’oscuro fino a questa mattina la data dell’intervento al sindaco Sala, altrimenti avrebbe spifferato ai quattro venti, con le evidenti reazioni, le intenzioni di chi ha a cuore la legalità e la lotta alle occupazioni abusive. A Sala vorremmo chiedere quale valore storico e sociale il Leoncavallo abbia rivestito in questi anni, se non un luminoso vessillo del non rispetto delle regole e della civile convivenza”: così il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Alessandro Verri. “Ma di quale cultura parla il sindaco Sala? Forse della cultura del degrado e della perpetua violazione delle leggi?”, prosegue. La Lega terrà gli occhi aperti e si batterà affinché l’attuale amministrazione comunale si guardi bene dal trovare una nuova sistemazione a personaggi che plaudono all’anarchia e al disprezzo delle regole e, non ci stancheremo mai di dirlo, della legalità”.
Samuele Piscina, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega, aggiunge: “Questo è il giorno in cui i cittadini di Greco e tutti i milanesi ricorderanno come liberatorio.
Finalmente, dopo anni di spaccio di droga, disturbo della quiete, muri privati deturpati e attività commerciali illegali, il Leoncavallo, come il centrodestra aveva promesso, è stato sgomberato. Speriamo davvero sia la volta definitiva perché le regole valgono per tutti e non é più possibile tollerare certe angherie. Fa specie che il Sindaco, complice di questi malviventi con la sua maggioranza come si evince dalle intercettazioni pubblicate sui quotidiani, abbia anche il coraggio di lamentarsi del mancato preavviso. Bene hanno fatto la autorità a non avvertire il Comune”.
Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.
– “Finalmente si fa rispettare il diritto e dopo più di venti anni dalla richiesta di sgombero ed oltre cento rinvii si restituisce un immobile ai legittimi proprietari, grazie anche alle norme contenute nel Dl Sicurezza contro le occupazioni abusive. Noi che crediamo fortemente nel principio della sussidiarietà, sosteniamo che la valorizzazione delle esperienze sociali e culturali in una città come Milano possa e debba avvenire, per tutti, attraverso l’utilizzo di spazi pubblici messi a disposizione dal Comune”.
Lo dichiarano Francesco Rocca e Davide Rocca, rispettivamente Consigliere comunale e Consigliere del Municipio 4 per Fratelli d’Italia a Milano.
– “Continuiamo a ribadire il nostro no all’assurda proposta della Giunta Sala e della sinistra milanese di trovare una soluzione, soprattutto dopo lo sgombero di questa mattina, per il centro sociale abusivo Leoncavallo. Nessuno spazio dev’essere regalato a chi è abusivo da 50 anni.
Continuiamo ad opporci all’idea di regolarizzare una realtà che fa business abusivamente da mezzo secolo.
Una grave mancanza di rispetto ai cittadini perbene. Nessuno spazio pubblico e nessuna corsia preferenziale, visto che l’ipotesi di trasferire il Leoncavallo in un capannone di via San Dionigi (Municipio 4) è stata più volte lanciata in Consiglio comunale e a mezzo stampa. È da evidenziare che l’immobile, di proprietà comunale, si trova in mezzo a due parchi recentemente riqualificati, di fianco a realtà produttive e a pochi minuti dall’Abbazia di Chiaravalle, un’ipotesi scellerata”.
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