Milano-Cortina 2026: L’onda di volontari, da giovanissimi a ottantenni, supera ogni attesa

Milano

Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, l’entusiasmo per il volontariato raggiunge numeri record. A poco meno di sei mesi dall’inizio dei Giochi, si registra una partecipazione straordinaria, che supera di gran lunga ogni aspettativa e conferma il ruolo cruciale dei volontari nel successo degli eventi sportivi.

Un esercito di 120.000 candidati per 18.000 posti

La risposta alla “chiamata alle armi” è stata impressionante: 120.000 persone da 165 nazioni si sono candidate per i 18.000 ruoli disponibili. Un numero che non solo copre abbondantemente il fabbisogno, ma testimonia la passione e la dedizione di un vasto pubblico, quasi il doppio delle nazioni che gareggeranno.

Dalla “camera di chiamata” ai villaggi olimpici: le storie dei volontari

I volontari sono la spina dorsale dei Giochi. Sono loro che accolgono gli atleti nella “camera di chiamata”, uno spazio di attesa pre-gara, dove con un sorriso o una parola di incoraggiamento contribuiscono ad allentare la tensione. I loro compiti sono vari e cruciali: c’è chi assiste i comitati olimpici nazionali, chi si occupa dell’antidoping o del media center, e chi, più a stretto contatto con gli atleti, li supporta direttamente sui campi da gioco.

Come sottolinea Diana Bianchedi, leggenda del fioretto e chief strategy planning and legacy officer della Fondazione Milano-Cortina, i volontari sono spesso l’ultima persona che un atleta vede prima di gareggiare. Le loro storie sono un mosaico di passione: dai giovani under 35, che rappresentano più della metà dei candidati, agli ultra ottantenni, che si offrono soprattutto nelle zone montane.

Una nuova generazione di cittadini attivi

La Fondazione Milano-Cortina ha avviato la selezione e l’assegnazione dei ruoli, con l’invio di un migliaio di offerte a settimana. I volontari selezionati partecipano a un programma di formazione completo, che copre non solo le dinamiche dei Giochi, ma anche temi come l’inclusione, la diversità e la gestione delle emergenze. L’obiettivo va oltre l’evento stesso: si vuole lasciare un’eredità di competenze e “cittadinanza attiva” che i volontari potranno applicare nelle loro comunità anche dopo la fine delle Olimpiadi. Questo impegno a lungo termine si inserisce in un quadro più ampio di iniziative, come il programma “L’Italia dei Giochi”, che promuove lo sport e i valori olimpici sin dal 2020. I risultati si stanno già vedendo, con un calo della sedentarietà a livello nazionale, il più basso mai registrato.

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