Leone XIV: analisi del suo messaggio silenzioso rivolto alla gioventù

Società

Oltre un milione di giovani si sono ritrovati nella spianata di Tor Vergata per incontrare il Papa. Convocati in occasione del Giubileo della speranza, i ragazzi provenienti da tutto il mondo hanno visitato santuari, monasteri, luoghi di culto e tombe dei Santi. Hanno attraversato le Porte Sante, cantato e ballato per le strade, fino ad arrivare all’atteso appuntamento con papa Leone XIV.

La veglia di preghiera è iniziata con l’arrivo del Papa

Tre domande rivolte dai giovani al Papa su temi fondamentali quali le amicizie al tempo dei social media, le scelte fondamentali della vita e le alte aspirazioni che animano il cuore dei giovani: verità, bellezza e bontà. Papa Leone ha risposto con chiarezza, leggendo le risposte da lui preparate senza aggiungere se non poche parole e riflessioni a braccio e citando i suoi tre predecessori: san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

Il papa ha riconosciuto che “internet e le reti sociali si sono convertite in una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone”. Ma al tempo stesso ha sottolineato che queste connessioni possono racchiudere ambiguità se dominate da logiche commerciali e da interessi che rompono le relazioni che rischiano di diventare confuse e instabili. Inoltre, ha aggiunto Leone XIV, esistono degli algoritmi che ci dicono chi dobbiamo vedere, cosa dobbiamo pensare e chi dovrebbero essere i nostri amici. Solo quando le nostre amicizie evidenziano un profondo vincolo con Gesù, diventano sincere, generose e vere. Il segreto di ogni vera amicizia è dunque, ha affermato il Papa, “saper vedere Gesù negli altri”.

Leone parla ai giovani

Parlando in italiano, Leone XIV ha spiegato ai giovani che ogni decisione racchiude una scelta non solo di qualcosa ma di qualcuno. La vera scelta fondamentale, la scelta per eccellenza, è decidere chi si vuole essere. Le decisioni della vita non sono facili e ogni decisione comporta una rinuncia. Per questo è bene “partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi”: l’amore di Dio che ci ha scelti per primo. Da questo amore, che Dio ci manifesta in Cristo, viene il coraggio per scegliere. Cristo ci ha mostrato che “il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona“. “La paura lascia dunque spazio alla speranza perché siamo certi che Dio porta a compimento ciò che inizia”. Il papa ha infine segnalato il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa come “scelte radicali piene di significato” perché “esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici”.

La preghiera

“Come possiamo incontrare il Signore risorto nella nostra vita in mezzo alle tribolazioni e incertezze della vita?”. Rispondendo a questa domanda il Papa ha parlato della coscienza e della sua formazione citando papa Francesco: nel cuore di ogni persona c’è il desiderio del bene. “Gesù è l’amico che ci accompagna sempre nella formazione della nostra coscienza”. Per questo ha invitato i giovani ad ascoltarlo perché la sua parola è “una stella che illumina la notte più buia”, e adorarlo nel Santissimo Sacramento, fonte della vita eterna, cercando sempre il bene e la giustizia, anche nello studio, nel lavoro e nell’amore. Mai in maniera individuale ma sempre in una comunità dove la testimonianza di ognuno possa attirare a l’altro per portarlo ad un incontro con Gesù.

Gesù al centro di ogni risposta.

È Gesù il protagonista delle parole del Papa ai giovani e il centro del suo messaggio. E se non fossero sufficienti le parole per chiarirlo, Leone XIV ha voluto ribadirlo coi fatti: dopo le tre risposte e la proclamazione del Vangelo, una solenne processione ha portato l’Ostensorio col Santissimo Sacramento sull’altare e papa Leone, dopo averlo incensato secondo il rituale, è rimasto in adorazione per più di venticinque minuti. Venticinque minuti di silenzio in cui il Papa è rimasto immobile, in ginocchio, con lo sguardo fisso sul Santissimo Sacramento per ribadire la centralità di Gesù Cristo ai giovani presenti, che hanno pregato in silenzio assieme al Santo Padre. Questo è stato il grande discorso, silenzioso ed eloquente, che il Papa ha rivolto ai giovani.

I giovani accorsi dunque per stringersi attorno al Papa; tuttavia Leone XIV ha subito chiarito di non voler essere lui il protagonista dell’incontro ma di voler indicare loro il vero protagonista e fonte di verità e felicità: Gesù Cristo. È lui che Leone ha voluto mettere al centro del suo Pontificato e ora lo ha chiaramente dimostrato.

È ciò che papa Leone aveva indicato il 9 maggio, nella Messa celebrata coi Cardinali dopo la sua elezione a Sommo Pontefice. Come un programma, come la via da seguire per chi esercita una autorità nella Chiesa: “Sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”. Non un papa che ruba la scena, non un protagonista assoluto, non una star da intervistare o da idolatrare, ma un pastore che indica ai fedeli, ed in particolare ai giovani, chi seguire, chi ascoltare, da chi lasciarsi guidare e ammaestrare: Gesù il maestro e il pastore bello/buono del gregge.

Interris

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