“Da presidente del tribunale dico che se ci sono fatti di malaffare e corruzione devono essere accertati e repressi. Da magistrato, e da cittadino, sono preoccupato”. Lo spiega a Repubblica il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, in merito alle inchieste sull’urbanistica. ”Sono preoccupato perché oggi ci sono due categorie di cittadini: da un lato chi ha pagato molti soldi e usato i propri risparmi per cercare di avere una casa – evidenzia -. Una categoria sospesa. Dall’altro, coloro che fanno esposti perché si sentono lesi dal fatto che davanti casa, al posto di un palazzo di due piani, ne hanno adesso uno di venti e ritengono che le loro condizioni abitative siano peggiorate”. Questo “Non è un processo alla città. Dico però che ci vuole anche una politica alta che riveda vecchie norme urbanistiche: nel 2025 le esigenze forse sono diverse – prosegue -. Non è una battaglia anti ambientalista e non parlo certo di ‘Salva Milano’, è un discorso che deve valere per il futuro”.
La proposta del presidente del Tribunale di Milano è quella di un “tavolo, un luogo d’incontro di cui dovrebbe farsi promotore il Comune per qualcosa che non possiamo tecnicamente chiamare giustizia riparativa ma che potrebbe avvicinare esigenze contrapposte – spiega -. Dovrebbero partecipare i cittadini e i costruttori. E si dovrebbero cercare soluzioni. Per i palazzi ancora da costruire, ad esempio, si potrebbe prevedere di regolarizzare i cantieri. Per le torri già realizzate, pensare di dissequestrarle in base ad alcune condizioni”. “A chi ha fatto gli esposti si dovrebbe cercare di spiegare che sono meglio dei ristori di natura economica piuttosto che confische che potrebbero creare situazioni di degrado anche in zone nevralgiche della città. Così come bisogna risarcire chi ha investito”, conclude.
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