Luigi Corbani “La vendita del Meazza non si farà perché…”

Milano

L’operazione di vendita dello stadio di San Siro e delle aree a Inter e Milan “è fasulla. L’Inter ha debiti per 750 milioni e il Milan per 350 milioni e come fanno a investire 1 miliardo e 200 milioni nell’operazione stadio? Lo sanno solo Sala e Scaroni”. Lo ha spiegato nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Milano il fondatore del Comitato Sì Meazza Luigi Corbani, che ha presentato un esposto in Procura, uno al Tar e uno alla Corte dei Conti per fermare la vendita dello stadio ai club.

Lugi Corbani fondatore Comitato Si Meazza.

“La grande balla è che il Meazza senza il calcio rimarrebbe una cattedrale nel deserto: la sostenibilità economica dello stadio di San Siro starebbe in piedi anche senza una o tutte e due le squadre di Milan e Inter e Milano potrebbe avere il primato unico a livello europeo di avere uno stadio dedicato all’entertainment a 360 gradi”. Lo ha detto Claudio Trotta, a capo di Barley Arts società organizzatrice di concerti ed eventi. “Non si deve solo pensare alla finanza e ai bilanci delle squadre, c’è un’economia sana, di chi va allo stadio per un concerto o una partita di calcio. – ha spiegato Trotta – Il tema dello stadio è un concetto che riguarda la visione della città, riguarda le politiche che vanno avanti da un po’ di anni e che mettono al primo posto gli affari e non il benessere delle persone. Lo stadio deve è un elemento pubblico, il ‘mondo’ dello stare assieme e tra questi ci sono anche i concerti, è palese: nei primi progetti del 2019 di rifacimento dello stadio si parlava poco di concerti, addirittura in uno non se ne accennava neanche. I soldi per far vivere lo stadio li mettono i tifosi del calcio e gli spettatori dei concerti. Non serve uno stadio che sia rivolto alle aziende e ai loro servizi: sono modelli che funzionano per società private con stadi privati ma il settore pubblico non deve farlo, non lo deve fare il Comune, il sindaco, la giunta e i partiti di questa città: il Meazza è un bene pubblico che può essere trasformato e rinnovato per gli spettatori: sappiamo che ha dei limiti, ad esempio acustici, nei servizi, nella ristorazione ma è il pubblico che deve essere tutelato. Serve una visione che includa e non escluda tutte le possibilità del ‘mondo’ di stare assieme”.

1 thought on “Luigi Corbani “La vendita del Meazza non si farà perché…”

  1. Negli uffici dell’urbanistica (in Bovisa?) si dovrebbero controllare anche i documenti presentati da milan e inter per l’acquisto del Meazza poco prima che venissero ‘pignorati’ dai fondi esteri……… Non si capisce nulla e già lì la vendita aveva ragioni per essere sospesa poiché qualche dirigente in buona fede aveva sollevato perplessità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.