La cancellazione del concerto del Maestro Valery Gergiev alla Reggia di Caserta rappresenta una grave battuta d’arresto per la cultura italiana. Se da un lato l’onorevole Pina Picierno ha celebrato l’annullamento come una vittoria, dall’altro è evidente che si tratta di una sconfitta per l’arte e per la libertà di espressione.
Valery Gergiev è uno dei più autorevoli direttori d’orchestra del nostro tempo, la cui grandezza musicale non può essere oscurata da logiche di discriminazione ideologica o geopolitica. Già in precedenza ho denunciato pubblicamente il pericolo di escludere la cultura russa dai palcoscenici europei: si tratta di un gesto gravissimo, che colpisce non solo gli artisti, ma anche il pubblico e la civiltà culturale che l’Europa dovrebbe difendere.
È un errore confondere la persona con lo Stato, e ancora più grave è punire l’arte per colpe che non le appartengono. La musica ha sempre rappresentato un ponte tra i popoli, mai un’arma.
Suggerisco al Maestro Gergiev di mettere nuovamente in calendario un concerto in Italia, magari in un prestigioso teatro al chiuso, dove possa esprimersi liberamente e dove la bellezza della musica non debba più sottostare alle pressioni della politica.
Alberto Veronesi
Direttore d’orchestra
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