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IA sperimentazione: la mia voce sul palco di RPT Piemonte e la visione concreta di “Penelope”

Attualità

Avvocato, ma secondo lei, davvero l’intelligenza artificiale ci può aiutare, anche nel nostro lavoro tecnico quotidiano?

Me lo ha chiesto un professionista al termine del mio intervento, con quello sguardo che mescola scetticismo e speranza. Ho risposto subito, con convinzione:

Non solo può. Deve. Ma dobbiamo essere noi a guidarla, non il contrario.”

È stato questo il filo rosso della mia esperienza a Torino, lo scorso 18 luglio 2025, come relatrice all’evento, dal titolo eloquente, “L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER I PROFESSIONISTI – DALL’ALFABETIZZAZIONE ALL’APPLICAZIONE”, promosso da Rete Professioni Tecniche Piemonte, con il coordinamento dell’ing. Giorgio Sandrone – moderatore dell’appuntamento formativo – presso la splendida Palazzina Geisser, sede dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino.

Un invito chiaro ad abbandonare tanto il tecnicismo fine a sé stesso, quanto lo scetticismo immobile, per costruire ponti tra sapere tecnico, giuridico e digitale.

Nonostante l’aria fosse quella dell’estate piena, sono stata accolta da una platea attenta e trasversale — ingegneri, architetti, geometri, periti industriali e agrari, geologi, chimici e fisici, agronomi e forestali, agrotecnici— riunita dal network regionale, RPT Piemonte, per esplorare le potenzialità dell’IA applicata al mondo professionale.

Nel mio intervento ho posto al centro l’AI Literacy. Non quella ridotta a elenco di articoli e adempimenti formali. Ne ho parlato come strumento di giustizia sociale, di accesso consapevole, di equilibrio nei ruoli tra professionisti, cittadini e tecnologia, per ridare senso alla nostra responsabilità professionale nell’era dell’algoritmo.

Un’alfabetizzazione che non riguarda solo l’uso degli strumenti, ma che attiene alla nostra capacità di porre domande all’IA, di comprendere le sue logiche, di valutarne limiti, rischi e implicazioni.

Perché ogni utilizzo dell’intelligenza artificiale comporta una scelta: tecnica, giuridica, etica. E ogni professionista — qualunque sia il suo settore — deve essere in condizione di comprendere cosa l’IA fa, cosa può fare, cosa non deve fare al nostro posto.

Durante l’evento, è stata presentata anche una realtà che mi ha colpita: si chiama Penelope ed è molto più di una piattaforma o una startup. È un’idea nata dal desiderio di cambiare le cose, da parte di tre professionisti – Ing. Marco Palombo, Arch. Martina Ramella Gal e Dott. Cesare Rosa Clot – che non si sono accontentati di osservare da fuori la “rivoluzione IA”.

Si sono fatti una domanda semplice: “Cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale potesse davvero alleggerire il lavoro dei professionisti tecnici?”

E Penelope è la loro risposta. Un progetto sperimentale, oggi in fase di sviluppo, che applica strumenti di IA al lavoro quotidiano di geometri, ingegneri, architetti, progettisti.

Ma soprattutto – e questo è ciò che caratterizza Penelope – è costruita “dal basso”, ascoltando le difficoltà reali di chi ogni giorno lavora tra vincoli urbanistici, burocrazia, strumenti digitali spesso inadeguati.

Il mio intervento, accanto a quello dei creatori di Penelope, ha messo in dialogo mondi che troppo spesso viaggiano su binari paralleli: giuridico, tecnico, digitale. E invece, se vogliamo davvero sfruttare il potenziale dell’IA, dobbiamo intrecciarli, contaminarli, farli parlare.

Ho ribadito che la competenza sull’IA non è più una prerogativa di sviluppatori e specialisti informatici. È ormai un’urgenza formativa per tutti. Perché senza conoscenza, l’innovazione rischia di creare esclusione.

Non aderisco alla narrazione allarmistica del “verrai sostituito da chi sa usarla”. Preferisco pensare che, come professionisti, abbiamo il dovere di comprenderla per farne uno strumento al servizio delle nostre competenze, non un rischio da subire.

Cosa mi porto a casa dall’evento di Torino ?

Mi ha lasciato tante immagini. Le domande dei presenti e due convinzioni ancora più radicate: l’intelligenza artificiale è una risorsa potente, ma solo se governata con criterio, cultura e senso critico; e le idee più autentiche, le più utili, spesso arrivano da professionisti “sul campo” che, spinti da curiosità e concretezza, sanno trasformare le sfide in soluzione. Penelope ne è un esempio.

Avv. Simona Maruccio

simona@maruccio.it

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