E’ mattina presto quando radio condominio nelle case popolari di via Rizzoli batte la notizia: c’è stato il primo morto. Il referto rilasciato alla figlia non lascerebbe adito a dubbi: è legionella. MM ne è al corrente, questo appare piuttosto chiaro, tanto che oggi e domani non ci sarà acqua calda. Mancano, però, ancora comunicazioni ufficiali, in attesa che i campioni delle tubature restituiscano un quadro chiaro. Ma allora perché si parla con tanta insistenza di un batterio che, normalmente, in acqua è poco pericoloso (a differenza dell’aria condizionata)?
I precedenti
Tra il 25 e il 26 agosto 2017 è già successo, con identico copione: un morto, le analisi, il blocco delle tubature e l’acqua portata con le autobotti. Sempre lo stesso patogeno, la legionella, sempre lo stesso scenario giudicato quasi impossibile, ma puntualmente verificatosi. Un anziano, con molte patologie, a cui viene prescritto di fare lunghi bagni caldi per attenuare i sintomi viene ricoverato per una polmonite fuori stagione. Non tornerà mai a casa. Nei mesi successivi le polemiche si moltiplicheranno: com’è possibile che MM non controlli le tubature con regolarità?
Il caso odierno
Se confermate le prime notizie, qui il caso sarebbe molto più grave: molti più contagiati, molto peggiori le condizioni generali. Ma soprattutto le numerose denunce dei cittadini sulla qualità dell’acqua, putrida definita da qualcuno, che usciva dai rubinetti, soprattutto ai piani dal quinto in su, dove l’acqua calda è mancata per mesi, senza riscontro. MM ha sempre detto di sopportare: le condizioni erano e sono dovute ai lavori di sostituzione della caldaia. Lavoro necessario, visti i 42 anni di età dell’attuale e gli storici problemi, soprattutto in inverno. Questa stoica sopportazione, però, non doveva includere anche la legionella.
Gli scenari
In caso fosse confermata la presenza del patogeno, il caso del 2017 porta a pensare all’esigenza di una sanificazione con acqua molto calda. Stavolta, però, non è chiaro come riusciranno a farla, stanti le condizioni di poca potenza della caldaia, o del dispositivo che l’ha sostituita. Useranno un’autoclave? Useranno metodi chimici? Non è dato saperlo, per il momento. quello che i condomini chiedono, a ragione. E’ maggiore trasparenza e una maggiore velocità di reazione. E non lo chiedono da oggi. Come sempre MM è velocissima a chiedere soldi, non sempre dovuti, e lentissima a offrire risposte.
La risposta di MM
Ci viene comunicato da MM quanto segue: MM ha effettuato due mesi fa la disinfestazione di legge
La nostra reazione
A quanto risulta a chi scrive la vittima ha una figlia e non un figlio, esiste un referto necroscopico e soprattutto questa mattina, prima della pubblicazione, è stato ricoverato il quarto condomino. A cui, essendo un caro amico, faccio i migliori auguri di piena e rapida guarigione.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
Prima di scrivere sull’argomento bisogna conoscerlo a fondo altrimenti è solo disinformazione.
Di legionella si muore e da sempre.
Non si trova nei condizionatori ma nell’aerosol dell’acqua dei rubinetti e nelle docce.
Non vi è impianto idrico dove non sia presente.
La sua virilenza dipende dalla sua concentrazione e dallo stato immunitario dell’ospite…….
Uno dei posti dove non si dovrebbe trovare è un impianto che due mesi fa è stato sanificato, come ci dice MM. Inoltre, di norma, si muore quando la legionella arriva nei condizionatori, morire per aerosol idrico è abbastanza raro. In ogni caso è accademia, qui il problema è ben altro.
Grazie mille! Luca sei sempre un grande amico.