Due collaboratori dell’agenzia delle entrate fanno una relazione sulla stima
Non sono le Università a produrre la relazione conclusiva sulla stima della Agenzia delle Entrate, sono due professori: collaboratori della Agenzia delle Entrate, scelti come, da chi e con quale procedura, interna al Comune o interna alle università, è un mistero.
Una incompatibilità, quando non un conflitto di interesse
La Professoressa Alessandra Oppio è componente della Commissione Censuaria Centrale dell’Agenzia delle Entrate dal 2017. Non solo, la Professoressa Oppio è appena stata nominata (2024) dal Sindaco nel consiglio di amministrazione della ATM-Milano.
Il prof, Giacomo Morri “è Partner di Andersen Italy responsabile per la service line Real Estate Valuation & Advisory, consulente e consigliere per società immobiliari, consigliere indipendente in UnipolSai Investimenti SGR ed è nel comitato consultivo di fondi immobiliari riservati.”
Ai fini della nostra vicenda una qualche rilevanza e un gigantesco conflitto di interesse è dato dall’appartenenza del Prof. Morri al Comitato scientifico della Agenzia delle Entrate.
Tutte cose confermate sui siti dell’Agenzia delle Entrate e confermate ad Andrea Sparaciari de “LaNotizia” dalla Agenzia delle Entrate.
Si è mai vista una cosa del genere?
Non solo manca il senso dell’opportunità, ma si passa sopra, volutamente, all’evidente, palese conflitto d’interesse.
La promessa di un compenso
Per di più, si apre un problema giuridico non da poco, poiché nella determinazione dirigenziale e negli allegati (tra cui l’accordo applicativo di collaborazione) del 27 maggio 2025 con cui il Comune affidava a costoro l’incarico era scritto chiaramente: “Per l’esecuzione delle Attività oggetto del presente Accordo Applicativo, non è previsto a favore del Politecnico di Milano e dell’Università Bocconi alcun corrispettivo o rimborso spese.”
Adesso si viene a sapere che la consulenza per la stima si prolunga nella consulenza per la vendita con un costo per le casse comunali di 126.000 euro.
Il che porta ad un interrogativo: è lecita una simile procedura, della promessa di un compenso futuro, in presenza di un servizio pubblico, come la stima di un bene pubblico?
Nessuna gara
La norma stabilisce che quando un servizio o una prestazione (come la “stima immobiliare”) è fornito sul mercato da vari operatori, il Comune deve procedere ad una gara pubblica.
Del resto per affidare la consulenza legale nella trattativa per la cessione dello Stadio e delle aree il Comune ha proceduto ad una gara.
L’affidamento diretto è illegittimo se il servizio rientra tra quelli per cui è prevista la procedura ad evidenza pubblica, come la stima immobiliare, qualificata come servizio tecnico o di consulenza professionale. L’Università può agire da operatore economico, ma su un piano di parità concorrenziale con gli altri. E l’Università nella scelta dei professori incaricati deve seguire una procedura trasparente e pubblica.
Insomma l’affidamento diretto è una eccezione rispetto alla gara pubblica.
In segreto, oltre ogni decenza
Il 28 maggio abbiamo letto sui giornali che il Comune aveva affidato a Bocconi e Politecnico la verifica della stima della Agenzia delle Entrate. Si è spacciato per rapporto con le Università un incarico ad affidamento diretto a due professori: e la formalizzazione dell’incarico è avvenuta il 27 maggio, un mese dopo che i professori erano stati incaricati. (28 e 29 aprile).
Si fa una delibera di Giunta (18 Marzo) per accogliere il progetto dei due fondi americani; si indice (25 marzo); con determinazione dirigenziale l’avviso per le manifestazioni di interesse (aperta per soli 25 giorni lavorativi); si convoca con atto del Sindaco la conferenza dei servizi (25 marzo) per il 15 aprile a bando ancora aperto; 28 e 29 aprile, due giorni prima della scadenza dell’avviso (30 aprile), senza contratto e senza gara si avvia una consulenza che viene formalizzata 30 giorni dopo.
Tutto secretato, altro che trasparenza.
Come al solito il Consiglio Comunale ha appreso dai giornali le tappe di questa vicenda: nessuna delibera che sia passata dal Consiglio Comunale, cosa che peraltro avviene dall’inizio, 10 luglio 2019. E per di più molti atti sono stati tenuti nascosti ai consiglieri comunali e all’opinione pubblica. È il caso del “progetto Ebuli”, che nessuno ha mai visto tranne il Sindaco e che le squadre hanno rifiutato (e il Sindaco ne ha preso atto) per avanzare poi la attuale richiesta di acquisto dello stadio e della grande area di San Siro, con annessa demolizione del Meazza e con l’aggiunta di consistenti premi edificatori (98.000 md di uffici, centro commerciale e hotel, ecc.,)
Nel comunicato stampa del Comune del 18 giugno si dichiara in particolare che “Chiusa positivamente l’istruttoria e la negoziazione, i relativi esiti saranno sottoposti all’approvazione degli organi competenti e, in quella sede, resi pubblici e accessibili.”
Ovvero si annuncia ai giornali che due università (perbacco!) hanno dato ragione al Sala. Di conseguenza la relazione dovrebbe essere un atto pubblico.
Nossignori, nella azienda privata di Sala la relazione è secretata fino alla conclusione della “negoziazione”.
Una gestione privatistica e personale
Ricapitolando: Sala si mette d’accordo con i due fondi americani per vendergli a prezzo di favore (“non voglio guadagnarci”) San Siro e la grande area di proprietà comunale: l’Agenzia delle Entrate scrive una valutazione sula base delle indicazioni del Comune (sensibili ai bisogni di equilibrio di bilancio dei due fondi americani) e dopo aver sentito le esigenze dei due fondi americani. In fretta e furia il titolare dell’azienda privata “Comune di Milano” cerca di combinare la compravendita, e siccome sono in tanti ad avere dubbi sul valore di vendita (non a gara) di stadio e area, incarica due collaboratori della Agenzia delle Entrate di confermare la stima della Agenzia delle Entrate, promettendogli un compenso per u futuro incarico.
E tutto questo in presenza di un bene patrimoniale indisponibile (che non si può vendere) e di una area che dovrebbe essere messa a gara, se proprio si vuole venderla, poiché non rientra nelle norme della “legge stadi” (220.000 mq. a fronte di un sedime dello stadio di 70.000 mq.).
Per di più i problemi ambientali e della salute dei cittadini vengono affidati alle indagini del suolo, fatte dal privato acquirente dell’area interessata: non sia mai che il Comune aumenti il prezzo di vendita per i costi della bonifica e della rimozione delle macerie (180.000 mc. di ferro, cemento armato, ecc.,).
Ma nella azienda di Sala, il motto dei suoi servi è: “Va tutto bene, madama la Marchesa” –
Scriveva Mario Borsa “Certo occorrono atti onesti, ma spesso parole oneste: in molti casi più queste di quelli”
Comitato SiMeazza
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A sala non gliene frega nulla dei simboli storici e culturali di Milano e lo ha sempre più confermato in più occasioni. La città è diventata una città per farabutti gestita da un farabutto.
Spero che si riesca a evitare questo scandaloso scempio sui muri del glorioso stadio Meazza.
29 Giugno 1955
https://m.youtube.com/watch?v=bMjSbwBGAzI
Non notare l’effettiva operatività della struttura quasi a pieno regime sarebbe un palese prendere per il sedere i cittadini.