Francia: grido d’allarme del Ministero dell’Interno sull’infiltrazione islamica

Esteri

Un recente rapporto del Ministero dell’Interno francese lancia un grido d’allarme sull’influenza dei Fratelli Musulmani in Francia e sull’islamismo politico in Europa. Il documento descrive con precisione una realtà preoccupante che sta minando le fondamenta dei nostri vicini e, potenzialmente, anche le nostre.

Basato su centinaia di indagini sul campo, decine di interviste con accademici e leader religiosi, e analisi dei servizi di intelligence, il rapporto svela le complesse strategie, i metodi di reclutamento e le tecniche comunicative di questa confraternita islamica.


La situazione tra Londra e Parigi

Se a Londra la battaglia sembra quasi persa, a Parigi si avverte sempre più un “odore di bruciato”. Nel Regno Unito, un islam estremista si rivolge da anni a una comunità di quasi 4 milioni di correligionari. Già dieci anni fa, un’inchiesta ufficiale commissionata dal governo Cameron (la “Review on the Muslim Brotherhood”) aveva concluso che, pur non sostenendo apertamente la violenza nel Regno Unito, “l’ideologia dei Fratelli Musulmani e i loro legami con gruppi come Hamas sono preoccupanti… la loro retorica può legittimare l’estremismo”. Nonostante questo, Downing Street non ha mai dichiarato l’organizzazione ‘terroristica’, a differenza di Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

In Francia, dove i musulmani costituiscono il 10% della popolazione, le nuove generazioni di immigrati arabi mostrano un’adesione crescente all’ideologia religiosa che disprezza l’Occidente liberale e democratico, la sua libertà di costumi e di pensiero. Mentre l’Occidente si dibatte su questioni come il fine vita, l’aborto e i diritti LGBTQ+, altri invocano l’imposizione di norme religiose, velano i volti delle donne e citano il Corano per promuovere un islam totalizzante.


I Fratelli Musulmani: ideologia e strategia

Fondati in Egitto nel 1928 da Hassan al-Banna, i Fratelli Musulmani sono un movimento integralista che mira a imporre i principi dell’islam nella politica, nella cultura e nell’educazione. La loro ideologia si basa su una visione totalizzante dell’islam (Shumuliyyat al-Islam) con una “guida suprema” al vertice. Sebbene distanti dal salafismo teologico, condividono con esso un rigorismo e un progetto di sottomissione, uniti a una notevole capacità di adattarsi ai contesti locali.

La loro espansione fuori dal mondo arabo-musulmano si basa su due pilastri: il reclutamento di chi fugge dalla repressione nei paesi d’origine e una strategia di “islamizzazione dal basso“. Quest’ultima si attua tramite programmi educativi, opere di beneficenza e un proselitismo ben finanziato e incessante, capace di infiltrarsi in ogni quartiere e periferia. In Europa, e in particolare in Francia, hanno costruito una rete influente, ma discreta, di associazioni, centri religiosi, scuole private e moschee.

Il rapporto evidenzia come in Francia vi sia una presenza organizzata di lunga data dei Fratelli Musulmani (oggi rappresentata da movimenti come “Musulmani di Francia”) e una più ampia “mouvance frériste“: una rete fitta e sfuggente di attori che, pur non essendo formalmente membri, ne condividono valori e pratiche.


Il doppio linguaggio e l’antisemitismo

Secondo gli analisti ministeriali, la strategia dei Fratelli Musulmani quando parlano in francese mira a legittimarsi proclamandosi difensori della cittadinanza musulmana e promotori del dialogo interreligioso. Tuttavia, quando si esprimono in arabo, adottano un linguaggio identitario, comunitarista e ostile ai valori occidentali, inveendo contro la laicità, denigrando la libertà delle donne e mistificando la questione israelo-palestinese.

Il documento dimostra come la retorica anti-israeliana dei Fratelli Musulmani degeneri in conclamato antisemitismo, sostenendo la jihad e gruppi come Hamas, che è nato proprio da una costola della confraternita. Diversi predicatori legati alla mouvance sono stati espulsi o sanzionati, e alcuni organismi (come il disciolto CCIF, Comitato contro l’Islamofobia in Francia) sono stati accusati di strumentalizzare la denuncia dell'”islamofobia” per delegittimare le politiche repubblicane.

Il concetto di “islamofobia” stesso, al centro di una battaglia semantica e politica, viene criticato nel rapporto per la sua profonda ambiguità: spesso, dietro la denuncia di discriminazioni reali, si cela una strategia per imporre norme religiose nello spazio pubblico e accusare di razzismo chi difende la laicità.


Le proposte del Ministero

Pur riconoscendo la diversità della popolazione musulmana in Francia, il Ministero invita a distinguere tra fede religiosa e progetto politico. La preoccupazione principale non è la religione in sé, ma il suo uso politico per fini di separazione comunitaria, radicalizzazione e pressione ideologica.

Il rapporto ministeriale, che promette costanti aggiornamenti, propone una duplice linea d’azione: da un lato, rafforzare la vigilanza sulle strutture associative ed educative legate all’islamismo politico; dall’altro, rispondere alle esigenze sociali e culturali dei musulmani francesi con messaggi forti, inclusivi e repubblicani. L’obiettivo è contrastare la narrativa vittimista e offrire un’alternativa reale al discorso dei Fratelli Musulmani, nella speranza che queste non siano solo buone intenzioni destinate a svanire.

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