I 10 anni del Refettorio Ambrosiano!

Milano Solidale

Oltre 260 mila pasti preparati. Tra i quali, almeno 220 mila pasti “ordinari”, erogati a circa 2.900 persone senza dimora e in povertà, e oltre 10 mila pasti serviti in occasione di più di 200 eventi benefici, grazie al servizio di uno staff professionale permanente (oggi composto da 11 persone e 4 tirocinanti) e di quasi 90 volontari in media all’anno. A 10 anni dalla sua nascita, in concomitanza con Expo 2015, il Refettorio Ambrosiano, realizzato nell’edificio che un tempo era stato sala cinematografica e teatrale della parrocchia di San Martino, nel quartiere Greco, ha celebrato – alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e dell’arcivescovo Mario Delpini – i traguardi e le attività di un progetto che “fu concepito non solo come risposta a un bisogno materiale, all’interno della filiera dei servizi Caritas per le persone senza dimora (di cui fanno parte lo storico “Sam – Servizio accoglienza milanese”, il dormitorio “Rifugio Sammartini” e il centro diurno “Bassanini – La Piazzetta”), ma anche come luogo e strumento per favorire attività formative e culturali, in conformità con la “prevalente funzione pedagogica” di Caritas”.


Tra i numeri ricordati, oltre 14 mila pasti gratuiti serviti grazie al progetto “Il pranzo è servito”, nei mesi di agosto, a quasi 550 anziani rimasti soli in estate a Milano, e altri 9.500 pasti cucinati per i circa 80 anziani del quartiere coinvolti, con cadenza settimanale, nel progetto di socializzazione “Le Querce”, con laboratori e momenti conviviali. Circa 260 giovani attivatisi come volontari per servire ai tavoli in occasione dei pasti “straordinari”, organizzati per le persone senza dimora in occasione delle festività. Più di 8.200 partecipanti, in gran parte ragazzi e giovani, ai 213 incontri formativi (sui temi del volontariato, della solidarietà internazionale, della lotta allo spreco e degli stili di vita), dedicati a scuole (155), parrocchie (43) e altri soggetti. Più di 2 mila lavoratori di 52 aziende coinvolti in 85 giornate di volontariato aziendale.
Circa 40 tonnellate di eccedenze alimentari cucinate, dopo essere state recuperate dal Mercato ortofrutticolo di Milano e da punti vendita della grande distribuzione (1.400 tonnellate il recupero totale, distribuito in altri punti di erogazione della rete Caritas).


Da giugno 2024, quando è stata fondata la Comunità energetica “SolEdarietà”, più di 15 kilowatt di energia rinnovabile prodotti da 30 pannelli fotovoltaici collocati su tetto dell’edificio e quasi integralmente dedicati all’autoconsumo.
E ancora, più di 300 eventi culturali (spettacoli teatrali, letture dal vivo, menù della poesia, cene monastiche, conferenze, presentazioni di libri, partecipazioni a festival e rassegne) promossi dall’Associazione per il Refettorio, anche a fini di raccolta fondi per la struttura. Infine, 13 “tavoli d’autore” per la mensa, ideati da altrettanti designer (e prodotti dall’azienda Riva1920 di Cantù), e 6 opere di artisti contemporanei, ospitate sin dagli inizi o aggiuntesi successivamente. Su quei tavoli e tra quelle opere, sono state servite anche i piatti di 65 grandi chef, nazionali e internazionali, coinvolti in eventi durante i mesi di Expo 2015.

 “Sui tavoli del Refettorio – ha detto Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e Vicecommissario del Padiglione Vaticano a Expo 2015 – abbiamo affrontato molteplici sfide. La lotta alla fame e alla povertà alimentare ha costituito il primo, più immediato impegno, l’eredità più esplicita di Expo 2015. Ma non avremmo fatto un buon servizio ai poveri, e alla città che abitano, se ci fossimo limitati a scodellare minestre o risotti. Anzitutto, abbiamo affermato nei fatti che il diritto al cibo dev’essere diritto a un’alimentazione di qualità: non perché si è poveri, si deve essere destinatari di un aiuto alimentare privo di adeguati requisiti nutrizionali, sanitari e – perché no? – anche di gusto”. In secondo luogo, abbiamo condotto, “nei fatti e con l’esempio, una lotta allo spreco alimentare e delle risorse, anche energetiche, sempre più accurato: non c’è contrasto delle povertà, se non c’è contrasto delle cattive abitudini di consumo che contribuiscono a generarla”.


Determinante, nella prospettiva Caritas, la saldatura tra l’attenzione alle persone gravemente emarginate e quella rivolta alle povertà urbane in senso più ampio: “Il Refettorio è diventato punto di riferimento per tanti anziani soli e fragili: il nostro impegno per la promozione della dignità umana non è categoriale, ma cerca di farsi carico di tutte le fatiche espresse dalla città, per scongiurare inaccettabili guerre tra poveri”.


Infine, lo sforzo di fare del Refettorio un propulsore di cultura e formazione: “Caritas non ha lesinato energie, grazie al sostegno di molti – ha concluso Gualzetti –. Non solo perché convinta che chi è povero ambisce a un nutrimento spirituale, oltre che materiale. Ma anche perché, come sempre, rifiutiamo uno schema di delega, ma sollecitiamo l’intera comunità, religiosa e civile, a farsi carico della sorte di tutti e di ciascuno. È una questione di giustizia sociale e di autentica fraternità”.

Il noto chef modenese Massimo Bottura, che contribuì in modo determinante al varo del progetto e ha successivamente dato vita all’associazione Food for Soul (promotrice di altri Refettori in altre città del mondo), ha ricordato gli inizi dell’avventura del Refettorio: “Partimmo da un’idea semplice ma rivoluzionaria: trasformare la solitudine in accoglienza, con il contributo determinante dell’arte. Il Refettorio sin dagli inizi non è un ristorante, non è una mensa, ma un luogo speciale, dove il recupero delle eccedenze, autentica sfida del nostro tempo, si fa inclusione sociale, l’accoglienza si trasforma in pane, e dove la cultura si siede a tavola con l’umanità”.

“Ricordo che agli inizi convocammo il Politecnico, designer, artisti, il maestro falegname Riva – ha rievocato il curatore e direttore artistico Davide Rampello, che ebbe l’idea originaria del Refettorio –: trovammo in tutti massima disponibilità nella realizzazione del progetto. Il luogo scelto, a Greco, in origine era un teatro, e in qualche modo lo è rimasto. Qui avviene infatti una rappresentazione di ciò che chiamiamo bellezza: non un mero fatto estetico, ma una sintesi della ricerca che l’uomo fa del vero, del buono e del giusto”.

La conferenza stampa di ieri è stata l’occasione anche per presentare l’edizione aggiornata di Butta in tavola (Ipl, Milano 2025, pagine 168, euro 19), il libro delle ricette del Refettorio, che raccoglie 76 suggerimenti culinari dei grandi chef che nel tempo hanno collaborato con la struttura Caritas, ma anche di cuochi, volontari e avventori che la frequentano ogni giorno. Il ricavato della vendita del libro serve a sostenere l’attività del Refettorio Ambrosiano.

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