Sicurezza, Forza Italia: al via road tour istituzionale. “Serve una svolta, Milano può essere apripista nazionale”

Milano

“Forza Italia è il primo partito a Milano ad avviare un vero e proprio road tour istituzionale sul tema sicurezza. Un percorso di ascolto e confronto con le principali autorità cittadine, volto a mantenere al centro dell’agenda politica la tutela dei cittadini, il coordinamento tra istituzioni e la necessità di risposte concrete”. È quanto dichiara in una nota il gruppo consiliare e cittadino Forza Italia a Palazzo Marino, dopo il primo incontro ufficiale con il questore di Milano, Bruno Megale, al quale va il ringraziamento per la disponibilità e l’ascolto.

Questo appuntamento – spiegano gli azzurri – sarà solo il primo di una serie di approfondimenti periodici: nei prossimi giorni sono previsti un faccia a faccia con il sindaco Sala, un incontro con il prefetto e verrà richiesto anche un colloquio con il comandante provinciale dei Carabinieri. “Vogliamo costruire un percorso stabile, istituzionale e operativo per affrontare in modo efficace la questione sicurezza nella nostra città”.

“Nonostante i dati parlino di un lieve decremento dei reati, la percezione dei cittadini riguardo alla sicurezza rimane negativa, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita e sulla reputazione della città. Il gruppo consiliare e cittadino Forza Italia riceve quotidianamente segnalazioni da parte di abitanti, turisti e pendolari, sempre più preoccupati per lo spaccio diffuso, spesso gestito da stranieri, e per le infiltrazioni mafiose che trovano terreno fertile nei quartieri meno presidiati. Aumentano le lamentele per la scarsa risposta del centralino della Polizia alle chiamate di emergenza: è un segnale che non può essere ignorato”.

Il gruppo FI chiede inoltre chiarimenti sull’applicazione del Protocollo EVA contro i femminicidi: “Una volta, in caso di segnalazione, le Forze dell’Ordine effettuavano controlli periodici presso le vittime. Succede ancora? Occorre fare luce su come venga applicato oggi quel protocollo. Manca un’interlocuzione strutturata tra l’amministrazione comunale e le autorità di pubblica sicurezza, un vuoto che si è accentuato da quando il sindaco Sala ha assunto la delega alla sicurezza”.

“L’aumento degli agenti è un passo positivo ma va raccontato con realismo: vivere a Milano con gli stipendi attuali delle Forze dell’Ordine è sempre più difficile. Il caro casa e il costo della vita sono sproporzionati rispetto alle retribuzioni, ed è un tema da affrontare a livello sia locale sia nazionale”.

Altro nodo centrale è la gestione degli stranieri coinvolti in reati: “Bisogna rafforzare la sinergia e la cooperazione con i consolati per accelerare le procedure di identificazione dei soggetti. I dati parlano chiaro: tra gli arrestati, la percentuale di cittadini stranieri è alta e serve una risposta più tempestiva da parte delle istituzioni diplomatiche”.

Un altro fronte che Forza Italia intende agevolare è un dialogo decisivo, ma costruttivo, con la comunità musulmana: “La sicurezza è un tema che riguarda tutti. Per questo intendiamo avviare un confronto con le realtà islamiche del territorio, per costruire insieme alle voci più autorevoli, come gli Imam, dei messaggi di rispetto e legalità nell’interesse di tutti, compresi i 250mila musulmani che vivono a Milano”.

Il capogruppo consiliare, Luca Bernardo, conclude:

“Milano può e deve essere apripista di una revisione normativa nazionale. I tempi sono maturi per avviare una riflessione profonda sulla certezza della pena: non possiamo continuare a tollerare sconti eccessivi per certi crimini, magari reiterati. La riabilitazione e il reinserimento sociale sono fondamentali, certo, e vanno sostenuti con il coinvolgimento delle associazioni, ma per chi commette determinati reati il carcere deve essere una realtà. Il governo oggi è predisposto all’ascolto ed è il momento giusto per agire”.

All’incontro col Questore erano presenti anche i consiglieri comunali Deborah Giovanati e Alessandro De Chirico e i Vicesegretari Fi di Milano Fabrizio De Pasquale e Giuseppe Lardieri

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