Gioco d’azzardo, Caritas: nel 2024 persi 2,15 miliardi

Attualità

Nel 2024 nel territorio della Diocesi di Milano sono stati giocati oltre 14 miliardi di euro e ne sono stati persi 2,15 miliardi. Lo rivela Caritas Ambrosiana che ha aggregato i dati relativi sette zone pastorali. Nello stesso periodo in totale in Italia si sono giocati 157 miliardi, e se ne sono persi oltre 21. In media nella Diocesi si gioca meno che in Italia, ma si perde di più: per ogni residente nel Paese, nel 2024 sono stati giocati 2.671 euro e ne sono stati persi 366; per ciascuno dei 5.566.667 residenti in Diocesi sono stati giocati 2.562 euro e ne sono stati persi 386; per ciascun lombardo sono stati giocati 2.474 euro e ne sono stati persi 385.

“Un enorme buco nero, che ingoia risorse economiche spropositate e determina guasti sociali ingenti. Una vorace tassa occulta, che grava sulla collettività sia inasprendo la vulnerabilità di intere categorie sociali, sia distraendo capitali da utilizzi più razionali e produttivi.

In definitiva, una Grande bugia, come titola in copertina il numero di giugno della rivista di strada Scarp de’ Tenis. – spiega Caritas – In Lombardia è la prima regione per valore assoluto di giocate, anche se non per valore pro capite. E lo stesso vale per i 440 comuni inseriti nel territorio della diocesi Milano. Nella quale, l’anno scorso, si sono giocati complessivamente 14 miliardi 262 milioni di euro (quasi 6,8 miliardi di gioco fisico e quasi 7,5 miliardi di gioco telematico) e se ne sono persi 2 miliardi 152 milioni. Sono numeri inquietanti, soprattutto perché dal calcolo andrebbero esclusi i bambini, i minori (anche se la tendenza al gioco coinvolge sempre più adolescenti) e i non giocatori.

Stime Cnr, illustrate nel corso degli ‘Stati generali per il contrasto dell’azzardo’, svoltisi il 22 maggio a Milano, calcolano che nel 2022 in Italia abbia giocato il 43% della popolazione adulta, che ben 1,8 milioni di italiani adulti abbiano corso il rischio di cadere nell’azzardo patologico e che ulteriori 800 mila presentassero un profilo di rischio severo”.

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