Inchiesta Boeri: per la Procura di Milano la gara d’appalto BEIC fu truccata

Milano

L’inchiesta sulla Biblioteca Europea di Cultura, destinata a sorgere nell’area di Porta Vittoria, porta sotto accusa Stefano Boeri e il collega del Politecnico Cino Zucchi per presunti illeciti.

Falso in atto pubblico e turbativa d’asta: queste le gravi accuse con cui la Procura della Repubblica di Milano intende processare l’archistar Stefano Boeri, figura di spicco in numerosi progetti urbanistici voluti dall’amministrazione guidata dal sindaco Beppe Sala. Al centro dell’indagine, che vede coinvolto anche Cino Zucchi, anch’egli docente al Politecnico di Milano, vi è la travagliata vicenda della Biblioteca Europea di Cultura (BEIC), ambiziosa opera destinata a trasformare l’area di Porta Vittoria.

Un progetto che si trascina da circa venticinque anni, con una prima fase conclusasi senza esito. L’impulso per la ripartenza è arrivato dall’attuale sindaco Sala, che ha nominato Boeri presidente della commissione giudicatrice. Ed è in questo contesto, come rivelato dal Giornale nel luglio 2022, che sarebbero emerse delle anomalie. Ad aggiudicarsi l’appalto fu il progetto (formalmente anonimo) presentato da Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, professionisti con stretti legami con Boeri e, in particolare, con Cino Zucchi, anch’egli noto architetto e membro della commissione.

Successivamente all’assegnazione, Boeri e Zucchi avrebbero attestato l’inesistenza di conflitti di interesse con i vincitori. Tuttavia, secondo la Procura, le indagini avrebbero dimostrato l’esatto contrario.

Per Boeri, che ricopre anche la carica di presidente della Triennale, questa non è la prima questione giudiziaria. È già stato rinviato a giudizio (il processo inizierà a settembre) per il progetto Bosconavigli, un complesso residenziale di lusso edificato sull’area precedentemente occupata da un’«oasi ecologica» destinata alla raccolta differenziata. In quel procedimento, le accuse per Boeri, i costruttori e due alti funzionari comunali sono di lottizzazione abusiva e abuso edilizio: le stesse contestazioni mosse dalla Procura in diverse altre inchieste che hanno messo sotto la lente d’ingrandimento il sistema urbanistico milanese, caratterizzato da procedure ritenute troppo rapide e potenzialmente in grado di incrementare le volumetrie senza adeguata considerazione per l’impatto ambientale.

La vicenda della BEIC si distingue dalle altre in quanto l’indagine mira ad approfondire il network di relazioni e alleanze tra professionisti, costruttori e amministratori che, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito una sorta di spartizione di numerosi progetti pubblici realizzati a Milano negli ultimi anni. Boeri, sempre secondo i pubblici ministeri, sarebbe stato uno dei protagonisti di questo sistema, responsabile di «comportamenti progressivamente pianificati e realizzati con piena avvertenza e volontà».

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