Il Mercato Contadino di Milano, nato nel 2015 durante Expo, offre una vetrina a circa trenta aziende agricole lombarde. Marco Facchini, proprietario de Il Cascinetto e tra i fondatori dell’iniziativa, spiega a MilanoToday: “Abbiamo sempre cercato valide alternative per la vendita diretta, cruciale per la sopravvivenza dei piccoli produttori. In una città come Milano, la domanda è elevata e tutte le aziende puntano sulla filiera corta e sulla qualità”. Il mercato si svolge a giorni alterni (martedì, giovedì, sabato o domenica mattina a seconda della sede, come indicato qui).
Sedi e orari del mercato
“Negli ultimi anni ci siamo espansi,” continua Facchini, “e ora siamo presenti in Piazzale P. Clotilde, Piazza Berlinguer, Gramsci e, durante il fine settimana, anche in Piazza S.M. del Suffragio, Via Solari e Via Santa Croce.” Per chi non può recarsi di persona, il sito ufficiale del Mercato Contadino Milano permette di esplorare le aziende, ordinare i prodotti e scegliere tra il ritiro al mercato o la consegna a domicilio (servizio non attivo quotidianamente).
Tra i protagonisti spicca Il Cascinetto, specializzato nell’allevamento di struzzi. “Abbiamo scelto un prodotto di nicchia: lo struzzo è poco conosciuto, difficile da allevare e con una resa in carne limitata, ma ci consente di offrire qualcosa di unico,” racconta Facchini. L’azienda è anche un agriturismo e una fattoria sociale, offrendo opportunità lavorative a persone svantaggiate.
Un altro esempio virtuoso è Buono Dentro, che recupera mele “brutte ma buone” scartate dalla grande distribuzione per ragioni estetiche. “Grazie a una rete d’impresa agricola, possiamo vendere anche prodotti di altri coltivatori, riducendo gli sprechi,” spiega Facchini. “Abbiamo iniziato a piantare i nostri alberi di mele e collaboriamo con Mani e Terra, una cooperativa sociale che produce arance: noi le distribuiamo nei mercati. Quest’anno ci siamo impegnati a sostenere le aziende dell’Emilia-Romagna colpite dalle alluvioni, aiutandole a commercializzare parte dei loro prodotti.”
Le voci delle aziende del mercato
Anche La Tradizione dei Sapori della famiglia Vitali, nel Bresciano, porta avanti la sua filosofia. Allevano bestiame e producono latte fresco, carni, salumi e formaggi. “Mungiamo il latte due volte al giorno e lo trasformiamo a pochi passi dalla stalla, garantendo freschezza e qualità. Produciamo anche uova fresche e sughi artigianali con la carne dei nostri allevamenti e ingredienti locali,” afferma Ottavio Vitali.
Edoardo Conte dell’azienda agricola Conte di Salizzole racconta la loro produzione ortofrutticola biologica: “Siamo storici produttori di asparagi, con oltre 50 ettari a gestione diretta. Negli ultimi anni, abbiamo affrontato difficoltà economiche a causa di ritardi nei pagamenti e, di fronte a una crisi di liquidità, ci siamo avvicinati al consorzio contadino, riuscendo a ripartire e diversificando le colture.”
Tra le altre realtà presenti si annoverano La Valletta di Angolo Terme (BS), che alleva capre Camosciate delle Alpi e produce il Figulì, presidio Slow Food, e Bianchessi, un giovane pastore che pratica la transumanza sugli alpeggi bergamaschi per garantire il benessere animale e la qualità dei formaggi. Non mancano miele, olio, confetture e panificati artigianali. Dimenticatevi le bancarelle disordinate e le contrattazioni animate tipiche dei mercati rionali.
Le sfide dell’agricoltura arrivano al mercato
Negli ultimi anni, la ripartizione del valore lungo la filiera agroalimentare italiana ha subito significative variazioni, con un aumento dei costi per i consumatori a fronte di margini ridotti per i produttori (solo 7€).
Sostenere l’agricoltura per un futuro diverso
Resta la domanda: quanto potrà sostenersi questo sistema prima che l’Italia diventi un paese importatore? Per ora, la risposta si trova nelle piazze. Marco Facchini ha una visione chiara: “Vogliamo costruire un’alleanza con i cittadini, perché il futuro dell’agricoltura riguarda tutti. Negli ultimi vent’anni, il 50% delle aziende agricole italiane ha chiuso, l’80% di queste in zone collinari e montane. Non si tratta solo di perdere cibo locale, ma anche di abbandonare il territorio, con enormi conseguenze. Chi si prenderà cura del nostro paesaggio? Sostenere l’agricoltura significa proteggere la biodiversità e il nostro futuro. Dobbiamo rafforzare il legame tra chi produce e chi consuma: solo insieme possiamo mantenere vive le campagne e garantire un’agricoltura sostenibile”.
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