Dialogo tra colonialismo e politica con Anna Boghiguian alla GAM di Milano

Cultura e spettacolo

In occasione della Milano Art Week, mentre gli ulivi di Ugo Rondinone animano la corte d’onore della Villa Reale per la sua mostra personale, una collaborazione inedita tra la Fondazione Henraux e la GAM – Galleria d’Arte Moderna dà vita all’esposizione The Four Faces of A Man (I quattro volti di un uomo). Questo progetto è stato ideato dall’artista canadese-egiziana di origine armena Anna Boghiguian (Il Cairo, 1946) ed è curato da Edoardo Bonaspetti.

Già durante Miart 2024, la Fondazione aveva insignito l’artista del premio Henraux Sculpture Commission 2024. Proprio in seguito a questo riconoscimento, Anna Boghiguian ha iniziato a esplorare le potenzialità del marmo, materiale centrale delle sculture inedite ora esposte nel museo milanese.

Il progetto di Anna Boghiguian per la GAM di Milano

“Il mondo è un cerchio e gli avvenimenti ritornano”, ha affermato in passato Anna Boghiguian. “Il mondo è influenzato dal suo passato. Guarda al futuro, ma è difficile separarsi dal passato. Anche la Prima Guerra Mondiale ha generato la seconda, con un impatto profondo sulle menti delle persone. Le sofferenze non vengono dimenticate, ma spesso non si comprende come generino ulteriore sofferenza per altri. Il mondo produce continuamente energie irrisolte, come la Rivoluzione Francese o la Primavera Araba”. Questo progetto espositivo si articola nelle sale della GAM, instaurando un dialogo vibrante tra le opere della collezione permanente e le creazioni più recenti dell’artista, che nella sua ricerca indaga temi storici e politici, dal colonialismo alla condizione umana. Attraverso le sue opere, emerge una connessione palpabile tra passato e presente, una visione del tempo come un ciclo in continua trasformazione.

Il legame tra passato e presente nella mostra di Anna Boghiguian alla GAM di Milano

Boghiguian adotta un’ampia gamma di linguaggi espressivi nelle sue opere, spaziando tra pittura, disegno, collage, scultura, installazione e narrazione. Affronta temi di stringente attualità, profondamente radicati nella storia. La sua pratica stratificata intreccia narrazione e critica sociale con acume. L’artista avvia una riflessione illuminante sulle interazioni tra fenomeni passati e presenti, svelando allo spettatore come le medesime dinamiche – speranze, ambizioni e conflitti – si riattivino incessantemente nel corso della storia.

Le opere di Anna Boghiguian alla GAM di Milano

Le sue opere si configurano come percorsi interconnessi, aperti a molteplici rielaborazioni, riflettendo una concezione dell’esistenza e del tempo come entità in perpetuo divenire.

In questo contesto, risulta particolarmente interessante osservare il dialogo che si instaura tra le creazioni dell’artista e le opere tardo-settecentesche e ottocentesche della Collezione neoclassica della GAM, testimonianze di un preciso ordine simbolico del mondo e intrise di riferimenti all’arte greco-romana.

“L’arte”, commenta Boghiguian, “ci si presenta come una fonte vitale di energia, un processo di guarigione per l’anima e una forza capace di alleviare i danni e i dolori dell’esistenza”. Quattro sculture in marmo cariche di pathos, che raffigurano i possibili volti di un uomo, costituiscono variazioni di altrettante teste in argilla realizzate dall’artista. Queste, a loro volta, riprendono opere precedenti raffiguranti figure in cammino, di corsa e una Sfinge. La stratificazione di molteplici riferimenti e l’intreccio di narrazioni spingono Anna Boghiguian a reinterpretare i soggetti delle sue opere, nei materiali e nelle forme, quasi a sottolineare l’instabilità intrinseca dell’essere.

La Sfinge nelle opere di Anna Boghiguian

La Sfinge, creatura mitologica il cui nome in antico egiziano significa “immagine vivente”, ricompare ad esempio in una serie di tre sculture in bronzo. Queste sembrano vegliare sulle sale del museo, forse per proteggere i visitatori da una realtà percepita da molti come inquieta e minacciosa, segnata da violenze e guerre presenti e future che dominano sempre più le notizie quotidiane, e dalle preoccupazioni legate alle nuove tecnologie e ai loro utilizzi, solo per citare alcuni aspetti. In questo flusso incessante e ciclico del tempo – costellato di contraddizioni e meccanismi di potere – la coscienza e la sensibilità poetica dell’artista riescono a connettere culture e luoghi distanti. Alla base di questa operazione risiedono una profonda libertà e una reale empatia verso l’essere umano. Ne emerge una concezione della vita come un viaggio continuo, costellato di ostacoli e trasformazioni.

Fonte Artribune

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