via padova

Che fine ha fatto il sogno di NoLo?

Milano

Nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile un egiziano di 26 anni è stato pugnalato al termine di una rapina da un sudamericano. Ricoverato in codice rosso, non è in pericolo di vita. Qualche centimetro più in là e la storia sarebbe stata molto diversa. Qualche settimana fa c’era stata la violenta rissa fuori da Cimiano in cui si erano confrontati due gruppi, Maranza contro Latinos. In mezzo l’arrivo del presidio fisso prima e della zona rossa dopo. Non pare stia ancora funzionando, ma non sono cose che si risolvano in un giorno o due.

Intanto sabato i centri sociali sfileranno contro la sicurezza. Chissà cosa ne pensa quel povero diavolo di egiziano. Secondo me per lui gli agenti che l’hanno salvato non sono una forma di intollerabile fascismo. Forse li considera più come angeli in divisi. Non lo scopriremo, probabilmente, mai. Di sicuro c’è una vittima di cui non si parla più sui giornali: che fine ha fatto NoLo?

NoLo, questo avamposto rosè nella periferia Nord Ovest (a Nord di Loreto, appunto), doveva servire a dimostrare che si poteva recuperare la periferia con i tavoli da ping pong, i locali fighetti e tanta ideologia. Non sta funzionando benissimo, se me lo consentite. I primi a notarlo, va ricordato, furono gli anarchici che denunciarono la gentrificazione, con i costi delle case arrivati alle stelle, per quella che restava, in ogni caso, periferia. La verità era che NoLo funzionava benissimo, ma attorno, sopra e sotto i problemi restavano identici. Anzi, andavano peggiorando.

In mezzo alle migliaia di famiglie di immigrati perbene, gente laboriosa che ha contribuito a costruire la città, c’erano e ci sono le gang. Qui non ci sono stati i trapper solo perché li hanno arrestati prima. Nessuno di voi se la ricorderà la via Padova gang. Io sì. Io ho però un vantaggio, qualcuno vicino a loro si prese la briga di minacciarmi di morte su Instagram. Sono cose che contribuiscono a imprimerti le persone nella memoria.

Da qualche anno di NoLo non si parla più perché il degrado se l’è ripresa. E con essa il sogno di una gentrificazione di massa della periferia. Sì, ho scritto sogno. Io credo che una periferia senza criminali e con case più belle e di maggior valore sia un obiettivo da raggiungere. Magari non è così per tutti. Di sicuro, per riuscirci, i gessetti, i ping pong e le belle intenzioni non bastano. Ci vuole anche la sicurezza. La sinistra ci è arrivata tardi. Questi sono i risultati. Non bisogna disperare, le brave persone sono ancora maggioranza. Ma le brave persone disarmate contro le bande perdono. Perché non hanno i mezzi per intervenire. La Polizia non è strumento di oppressione, semmai è una liberazione. Lo è certamente per i poveri lavoratori e per i lavoratori poveri che vorrebbero vivere una vita serena.

Lo è stata certamente per un ragazzo egiziano che oggi è vivo grazie a loro. Di questo caso non si parlerà quanto si è parlato di Ramy. Ed è un peccato, perché la pace sociale passa anche dalla verità. Pure a NoLo.

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